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Goggia: «Ho sempre faticato a fare le cose semplici ma lo straordinario nasce dalle piccole cose»

La sciatrice italiana alla Gazzetta: «Non sono un cavallino da dressage, sono un cavallo abituato a galoppare nelle Pampas»

Goggia: «Ho sempre faticato a fare le cose semplici ma lo straordinario nasce dalle piccole cose»

Sofia Goggia. 28 anni, da Bergamo. Unica italiana ad aver vinto l’oro olimpico in discesa libera. È reduce da una stagione dimenticabile: un solo successo, tanti vuoti e una frattura. Oltre al Covid che ha messo in ginocchio la sua Bergamo. Si è allenata dieci giorni a Cervinia. Sei giorni da sola con Gianluca Rulfi il responsabile della squadra élite azzurra. La Gazzetta dello sport, a firma Simone Battaggia, l’ha intervistata.

Rulfi mi disse una frase legata allo sci che toccava anche aspetti più profondi di me:

“Sofia – mi disse -, quando la pista ti viene addosso allora ti attivi, quando è facile allora ti adagi”. È proprio così. Diciamo che spesso mi sono “salvata”, cioè ho ottenuto i risultati, andando forte nelle parti difficili. Faticavo a fare bene le cose semplici, l’ordinario. Ma lo straordinario nasce proprio da questo, dal fare bene le piccole cose.

Dello scorso anno dice:

Condensare tutto quello che ho vissuto in poche parole significherebbe banalizzare. Diciamo che ho scelto di colmare i vuoti con le cose belle. L’anno scorso ero una scheggia impazzita, quest’anno ho scelto di mettere davanti a tutto Sofia. A volte è difficile, ma è la condizione per andare avanti. Nessun egoismo, solo amor proprio

Lavoro per migliorarmi, ma non posso tradire la mia natura più profonda. Non sarò mai leggera come Marta Bassino, che quando scende non sbaglia nulla, e non sarò mai nemmeno come Federica Brignone, che conduce tutte le curve. Non posso rendere il mare piatto quando ci sono le onde, mi snaturerei, è come se un artista cambiasse improvvisamente il suo modo di dipingere. Quindi sì, è stato utile mettere a posto innanzitutto il gigante per evitare di fare errori anche nelle altre discipline, ma detto questo io sono un cavallo che è abituato a galoppare nelle pampas dell’Argentina. Non sono un cavallino da dressage, non lo sono mai stato. Anche nello sci, come nella vita, è importante ascoltare quello che si ha dentro, riconoscere tutte le sfaccettature del proprio essere e rispettarle, nel bene e nel male. A volte è proprio dalle impurità che nascono le cose più preziose.

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