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Dalla Premier e dall’Everton una lezione di sportività che il calcio italiano e la Juve non capiranno

L’Everton ha dato l’ok al rinvio: non si gioca contro un avversario indebolito dal virtus e col pericolo che il cluster si diffonda ulteriormente. È l’abc dello sport

Dalla Premier e dall’Everton una lezione di sportività che il calcio italiano e la Juve non capiranno

Cosa accade in un campionato in cui ancora ci si ricorda che si gioca a calcio anche in nome dei valori dello sport? Accade che se c’è una squadra che ha in corso un cluster di Covid-19, con cinque positivi tra i calciatori e altri nello staff, che chiede di poter rinviare la partita per poter giocarla in condizioni di equità, dall’altra parte non trovano un niet speranzoso di approfittare della situazione ma un comprensivo sì. Perché non si gioca se l’avversario è menomato. È l’abc dello sport.

È quel che accaduto oggi tra Manchester City e Everton. La partita si sarebbe dovuta giocare questa sera a Goodison Park. Tre giorni fa, la squadra di Guardiola ha registrato due casi di positività tra i calciatori: Kyle Walker e Gabriel Jesus, più altri dello staff. A questi si sono aggiunti altri tre calciatori oltre ad altro personale dello staff. È evidentemente in corso un cluster e giocare sarebbe stato sia antisportivo – non si approfitta delle debolezze altrui – sia pericoloso per la diffusione dello stesso virus. Anche assurdo visto che nel Regno Unito stanno di nuovo chiudendo tutto. Ricordiamo che la domenica precedente a Juventus-Napoli gli azzurri avevano affrontato il Genoa che si era poi ritrovata con 17 positivi. Fu decisiva la paura del cluster.

Nel Regno Unito le cose i fatti ovviamente si svolgono diversamente. I due club si sono sentiti, Ancelotti ha dato l’ok al rinvio della partita. In un primo momento, la Premier ha confermato il match, poi ha cambiato idea e si è arresa all’evidenza. Nessuno ha rilasciato frasi del tipo: «Mi dispiace per le altre squadre che hanno giocato in condizioni di inferiorità pur di rispettare il protocollo».

Sembra un altro pianeta. Invece è solo il Regno Unito, e il protagonista è un italiano. Ma dalle nostre parti non capiranno. Né i signori del calcio italiano né la Juventus.

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