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Il sistema calcio si è chiuso a riccio ma la battaglia di De Laurentiis è a lungo termine

POSTA NAPOLISTA – Non è una questione di diritto, bensì di supremazia. E col calcio italiano prossimo al collasso, l’attuale gerarchia salterà in aria

Il sistema calcio si è chiuso a riccio ma la battaglia di De Laurentiis è a lungo termine
Doveva andare cosi. Cosi è andata. Il Napoli e De Laurentiis non possono trovarsi con un piede dentro ed un piede fuori. Se fanno parte del sistema calcio, non possono rinnegare il silenzioso e blindato “gentlmen’s agreement” che si sono dati tutti i presidenti della serie A per far terminare il campionato. In questo caso ADL è stato un puledro eccessivamente selvaggio. Ha fatto la barba alla torre di controllo ed i vertici della Lega e della Federazione si sono incazzati. Un calcio al collasso non può permettersi anime belle che seguono le regole. Il calcio sta affogando. Sta cercando di sopravvivere. Difficilmente ci riuscirà, ma intanto azzera gli eretici. Nelle aule dei tribunali della Federazione, punendoli anche nell’applicazione dei protocolli var.
Se non avesse avuto un obiettivo ulteriore, un losangelino d’adozione come ADL avrebbe dovuto fare più suo il termine discriminatorio tutto a stelle e strisce “DADT” (don’t ask – don’t tell) che l’esercito Usa ha utilizzato fino al 2010. Lo stesso avrebbe dovuto fare Aurelio De Laurentiis: non sfrocoliare il pasticciotto (espressione cara al presidente) con l’intervento dell’Asl. Del resto l’Asl non aveva chiesto nulla. Perché è ovvio che l’Asl, con le rigide sorveglianze sanitarie in atto, avrebbe bloccato un presunto cluster, presunto perché oltre Zielinski ed Elmas nessun altro positivo nel Napoli si è più manifestato. Il resto, aereo in partenza, chat di squadra, magazzinieri del Napoli già a Capodichino, sembrano essere solo strumentali giustificazioni. Adl voleva far saltare il banco, ma per il momento non ci è riuscito. Forse ci riuscirà in seguito. Ma il disegno presidenziale al momento potrebbe essere molto ambizioso.
Il Napoli ha attentato al prosieguo del campionato. Perché creare un precedente sarebbe devastante per il già disastrato campionato italiano. Il presidente del Napoli non è uno sprovveduto, anzi. Ed il nascondersi dietro il rispetto della legge sembra essere solo una carità pelosa. Altro starà bollendo nella testa del presidente. Perché quella che tutti inquadrano come una questione di diritto, è invece una questione solo, e soltanto, di supremazia. Come detto la serie A è al collasso, il Napoli è la società più sana. Probabile voglia diventare la nuova attrazione trainante della riformata serie A dopo l’implosione che sembra essere nelle cose? Potrebbe darsi. Ma francamente sembra difficile pensare ad una posizione subalterna delle grandissime del calcio italiano. Ma come ha scritto Raniero Virgilio nessuno al mondo è “too big to fail”. Vedremo. Ma quello che è certo che la battaglia di Aurelio De Laurentiis non è per la ripetizione della partita.
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