Alla Juve di Pirlo manca l’autorevolezza del suo passato. Quello della Juve è un gioco goliardico che poco si addice alla grandezza dei bianconeri
Il pareggio contro il Verona evidenzia, secondo Mario Sconcerti i due problemi fondamentali di cui soffre la Juve in questo momento
uno di qualità tecnica inferiore rispetto all’anno scorso perché adesso manca Ronaldo, Arthur è un buon regista di un centrocampo a tre, non entra mai in un raggio di campo che vada oltre i cinque metri, e anche oggi nel momento più caldo della partita sono entrati Frabotta e Vrioni, due ragazzi, anche bravi, ma che non portano differenza. Frabotta e Vrioni li hanno anche gli altri.
L’altro è un problema tattico:
qualunque sia lo schema che Pirlo cerca, sta mancando la coerenza della squadra. Non c’è un sentimento comune, non c’è un’idea di gioco che sembri davvero condivisa. La Juve non gioca, si esibisce, è quasi dentro una piccola, continua accademia. Ha davvero spinto solo quando è entrato Kulusevski ma è stato un merito indotto dalla stanchezza del Verona che per più di un’ora aveva chiuso tutto lo spazio.
Alla Juve manca la sua storia, l’autorevolezza del suo passato, quello che sta proponendo Pirlo, secondo l’editorialista del Corriere della Sera, è un gioco goliardico che poco si addice alla grandezza dei bianconeri
Manca la vecchia personalità della Juve, quel saper stare in campo che sa di vecchio, grande professionismo.
L’effetto degli stravolgimenti di Pirlo è quello di produrre confusione.
C’è una continua istruzione a soggetto, anche un po’ gratuita, quasi vanesia.
Nonostante al momento la giustizia sportiva abbia assegnato lo scontro non giocato tra Juve e Napoli ai bianconeri
Il Napoli gli è già davanti di due punti. Perché sa dare forma a un gioco ordinato e perché ci crede. Gattuso è alla quarta vittoria consecutiva.
