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Repubblica: Juve, Agnelli è determinato a difendere la scelta di Pirlo allenatore

Il commento di Emanuele Gamba. La sconfitta contro il Barcellona ha disvelato molti limiti sia tecnici che tattici. Ai primi possono provvedere gli assenti ma la gestione dei secondi spetta all’allenatore 

“Se Pirlo comincia a essere messo in discussione da qualche minoranza tifosa (niente a che vedere con l’astio preventivo che condannò Sarri), nelle considerazioni del club nulla è cambiato nei confronti del tecnico, le cui difficoltà erano state messe in preventivo”.

Lo scrive Emanuele Gamba su Repubblica. Al tecnico è concessa la giustificazione che «è come se stesse facendo il precampionato», visto che non ha avuto tempo per amichevoli e ha potuto disporre di pochi allenamenti.

Gamba continua:

Agnelli è determinato a difendere una scelta dei cui rischi sapeva, soprattutto in un’estate così anomala e in una fase della tirannia bianconera così delicata, al limite tra un ciclo e l’altro e nella fase economicamente più critica (e già prima della pandemia). Ecco, magari non era il periodo giusto per una svolta del genere, ma alla Juve hanno in qualche modo voluto affrettare i tempi, forse addirittura anticiparli”.

Pirlo parla di «anno di costruzione». Significa, scrive Gamba, “che la Juve non ha pianificato uno stop and go, ma piuttosto di cambiare pelle senza rinunciare all’ambizione”.

Intanto, però, i risultati latitano e si vendono più regressi che progressi.

La sconfitta di mercoledì ha disvelato molti limiti, prima di tutto tecnici e in seconda battuta tattici: ai primi possono provvedere gli assenti mentre la gestione dei secondi spetta all’allenatore, che si è incagliato sull’idea di una squadra a moduli scomponibili e posizioni variabili al momento più ancorata alla teoria che alla pratica, mentre colpisce la mollezza generale”.

Restano poi i difetti che c’erano anche l’anno scorso, primo tra tutti il centrocampo.

“L’anno scorso ne pagò il conto Sarri, che aveva bisogno di qualità ed ebbe solo improvvisazione e usura, e adesso la stessa pena tocca a Pirlo, che però è stato d’accordo sul fatto che l’investimento grosso del mercato fosse Chiesa“.

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