La Stampa: la vignetta di Mancini non è fraintendibile. E’ la conclusione di “un’azione offensiva”
La vignetta viene dopo il duello verbale con Speranza sulle priorità della vita e la citazione dal processo di Norimberga. "Il ct da qualche tempo corre spedito in direzione contraria al buonsenso".

Su La Stampa, Gabriele Romagnoli scrive della vignetta negazionista postata ieri su Instagram da Mancini. Una vignetta che non può essere fraintesa, ma che è il coronamento di un’azione offensiva iniziata da tempo.
“Il commissario tecnico della nazionale di calcio Roberto Mancini da qualche tempo corre spedito in direzione contraria al buonsenso e ieri ha imboccato la rampa sbagliata, a fari spenti «per vedere se poi è così difficile morire»”.
Romagnoli chiarisce che non intende contestare la possibilità, per uno sportivo, di uscire dal suo campo, anzi.
“Proprio perché campioni ed ex campioni hanno grande influenza le loro opinioni risuonano, possono aiutare gli altri, ma anche affondarli. Un ct della nazionale è un piccolo premier (e qualche volta un premier si è improvvisato piccolo ct). Sa che quel che dirà avrà conseguenze“.
Qualche settimana fa, lo stesso Mancini disse che bisognerebbe «pensare prima di parlare».
Ebbene, lui lo ha fatto, scrive Romagnoli. La vignetta è stata postata ad arte.
“Il problema è proprio questo: lui l’ha fatto. La vignetta che ha copiato e inserito su Instagram non è fraintendibile, rappresenta la conclusione di un’azione offensiva, per così dire. Prima ha duellato verbalmente con il ministro della Sanità sulle priorità della vita, poi ha riportato una citazione dal processo di Norimberga, Herman Goering nientemeno, secondo cui: «Per rendere schiave le persone bisogna impaurirle»”.
Ma il peso mediatico degli sportivi è enorme. Alcuni di loro si battono contro i dittatori come Lukashenko.
“Mancini ha il diritto delle sue opinioni e non le esprime su un account della federazione, ma anche il suo personale ha un rilievo pubblico. Faceva impressione leggere i commenti entusiasti che ha sollevato ieri su un sito calcistico. Chi lo segue sulla rampa rischia di far male anche a chi pensa e va nella direzione opposta. È di questo, commissario tecnico, che un po’ si ha paura”.