Il presidente Figc scrive alle federazioni europee, Fifa, Uefa, Eca e sindacato dei calciatori: il calcio è sull’orlo del collasso. Gli stipendi che gravano sui club non sono in linea con il mondo in cui viviamo

Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha scritto alle maggiori federazioni europee e, per conoscenza, anche a Fifa, Uefa, Eca e sindacato dei calciatori per lanciare una proposta che aiuti il calcio ad uscire dalla crisi: tagliare gli stipendi dei calciatori su base europea.
Un intervento necessario per far fronte alle difficoltà che esistono in assenza di incassi da botteghino e con sponsor praticamente inesistenti.
Per Gravina, è necessario
«riconsiderare globalmente gli impegni economici assunti dai club di altissimo livello».
Cioè i contratti sottoscritti dai calciatori prima della pandemia, che annotano cifre che non sono più in linea con il mondo in cui viviamo.
«Gli emolumenti di cui oggi i nostri club sono gravati, infatti, fondano la loro ragione d’essere in una dimensione di ricavi che oggi non ha più riscontro nella realtà. Tale aspetto è di stretta attualità e lo dimostra il fatto che è già stato dibattuto con alcuni sporadici accordi in quasi tutte le Federazioni europee e le Leghe».
Il momento è serio, scrive Gravina,
«servono risposte concrete e soluzioni in grado di far gli interessi di tutti, compresi quelli che oggi potrebbero dissentire».
Il calcio italiano è sull’orlo del collasso, non c’è liquidità per pagare gli stipendi. Ma non si può ragionare solo sull’Italia perché significherebbe compromettere la competitività del campionato.