L’Atalanta ha avuto 13 giocatori in Nazionale, il Napoli nessuno. Ma non basta a spiegare il divario. Quattro attaccanti, tutti votati al sacrificio
“Avviso ai naviganti. Chi vorrà vincere lo scudetto dovrà fare i conti con il Napoli. Non che di colpo gli azzurri siano diventati i favoriti, ma il loro cammino di crescita esponenziale li pone all’attenzione delle big”.
E’ il commento di Maurizio Nicita sulla Gazzetta dello Sport alla sconfitta pesante perpetrata dal gruppo di Gattuso ai danni dell’Atalanta.
Il fatto che i nazionali del Napoli non sono partiti per la bolla seguita alla positività di Zielinski ed Elmas non c’entra nulla, scrive.
“Certo, va detto a parziale scusante di un’Atalanta decisamente irriconoscibile la differente preparazione alla gara. I nerazzurri avevano 13 giocatori che rientravano dalle nazionali, il Napoli nessuno, per via della bolla cui è stata costretta la squadra dopo i due contagi. Ma non basta questo a spiegare”.
Anzi, definisce presuntuoso, da parte di Gasperini, scegliere proprio la partita con il Napoli per rilanciare Ilicic.
“Vista la situazione forse è stato un po’ presuntuoso – dovendo già rinunciare ad Hateboer – rilanciare Ilicic in una gara così complicata“.
Quello di Gattuso e dei suoi ragazzi è stato un “capolavoro”, complice la trasformazione di Lozano, “indubbiamente merito di Gattuso” e Osimhen al centro dell’attacco a dare profondità.
“Il 20 settembre, a Parma, Gattuso diceva che questa squadra non era pronta per il 4-2-3-1, poco meno di un mese dopo con una pedina importante come Bakayoko – il francese è già a suo agio e non pare proprio all’esordio – Rino ha reso il progetto praticabile. (…) Rino è riuscito a dare equilibrio a una squadra che schiera quattro attaccanti veri, tutti però votati al sacrificio in fase di non possesso. (…) il Napoli è cresciuto e le big dovranno tenerne conto”.