A Repubblica Napoli: «Vorrei che l’Italia ripartisse dal Sud, ma è come se fossero spaventati perché se riparte prima il Sud, riparte un altro pezzo d’Italia, come se spostassimo gli assi delle costellazioni»
Repubblica Napoli intervista Rocco Hunt autore anche quest’estate di un nuovo successo. La sua carriera parte da lontano, da quando si era presentato sul palco di SanRemo appena 19enne
Racconta del suo incontro con Pino Daniele
«L’ho conosciuto a Radio Deejay nel 2014, avevo vinto da poco Sanremo, aveva già problemi di vista, mi riconobbe dalla voce. Mi disse: “Tu sei Rocco, ho ascoltato la tua canzone a Sanremo, hai qualcosa di speciale. Non ti perdere in questa ammuina”. A dicembre mi invitò al concerto del Palapartenope, per due sere. Avevo scelto di cantare “Quanno Chiove”, lui voleva farmi cambiare idea, ma io ho insistito. Andò come diceva lui, mi disse scherzando: “Te l’avevo detto…”. Per la seconda sera feci scegliere a lui. Dissi: “Maestro, che tipo di canzone hai scelto?”. E lui un po’ per bacchettarmi, sfottendomi: “Puozze passà nu guaio”. Così la seconda sera cantammo quella e andò benissimo»
Un successo che non gli ha fatto perdere di vista le cose importanti come lui stesso spiega, la famiglia, le responsabilità e le incertezze per il futuro
«Ci sono tanti talenti qui. Come tanti miei coetanei sono sfiduciato dalla classe politica italiana, non si capisce qual è la direzione. La politica non permette al Sud di avere infrastrutture e di avere una ripartenza. Questo vale in campo musicale, ma anche per studiare e trovare lavoro. Vorrei che l’Italia ripartisse dal nostro Sud, ma è come se fossero spaventati perché se riparte prima Napoli e il Sud, riparte un altro pezzo d’Italia, un’altra macchina, come se spostassimo gli assi delle costellazioni».