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Per la legge ci sono 80 milioni di potenziali Suarez nel mondo, rischiamo un’invasione di “cittadini italiani”

Lo spiega Il Post: basta un avo del 1861 per ottenere la cittadinanza. Se poi guadagni 10 milioni l’anno, in certi casi aiuta

Per la legge ci sono 80 milioni di potenziali Suarez nel mondo, rischiamo un’invasione di “cittadini italiani”

Il caso Suarez non è un caso. Lo è a livello mediatico e giudiziario, ma la deviazione di un sistema di leggi antiquato in estrema sintesi rende complicatissimo ottenere la cittadinanza italiana per chi è nato da genitori stranieri e vive e studia e lavora in Italia. Ma non se hai un avo italiano, risalente anche a un paio di secoli fa (o hai sposato un italiano) pur magari “non spiccicando una parola” di italiano e usando i “verbi all’infinito”. Poi, certo, se ti chiami Luis Suarez e guadagni 10 milioni l’anno, aiuta.

Lo spiega molto bene un articolo de Il Post. In particolare Suarez rientra in ben due casi in cui la legge “agevola” il riconoscimento della cittadinanza pure se non si ha alcun legame ma anche nessuna esperienza di vita in Italia: se hai sposato un cittadino italiano (la moglie, Sofia Balbi, è di origine friulana) o se si hanno parenti italiani, anche molto lontani.

Questo sistema di leggi scatena un paradosso:

“oggi un cittadino straniero in grado di dimostrare di aver avuto un avo italiano nel 1861 (il momento in cui nacque l’Italia) che non rinunciò alla sua cittadinanza potrebbe chiedere per sé la cittadinanza italiana e vedersela riconosciuta. Secondo le stime del ministero degli Esteri, in base a questa legge potrebbero esserci fino a 80 milioni di potenziali italiani nel mondo, quasi tutti concentrati in Sudamerica: insomma, ai sensi della legge ci sarebbero più oriundi italiani fuori dall’Italia che italiani in Italia“.

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