Lorenzini parla della guerra politica che si sta giocando intorno al tema e si chiede se per Conte vada bene che gli stadi restino chiusi perché è meglio tenere il popolo con le mascherine ben tirate su
Tommaso Lorenzini su Libero commenta la guerra che si sta giocando attorno al ritorno dei tifosi allo stadio.
Sono affari, è strategia, è politica.
Da entrambe le parti scrive. Da una parte il mondo del pallone che si ostina a “difendere” i suoi tifosi perché “è la gente il vero motore del calcio”, sono loro “il simbolo della passione”, in realtà è tutta questione di soldi, quelli che i tifosi fanno guadagnare ai club
La stessa politica che, dall’altra parte della barricata, il governo sta portando avanti in direzione opposta, vale a dire insistere nel vietare la riapertura degli stadi di calcio. Conte per primo con l’appoggio di Brusaferro
Forse perché sanno di avere in mano un’arma di distrazione di massa? Forse perché sanno che se sarà dato il via libera al pubblico per il calcio sarà poi difficile imporre e giustificare qualsiasi altro tipo di chiusure forzate?
Eppure già la settimana prossima il Mugello sarà aperto a una parte di pubblico e anche la Supercoppa di basket. Anche nel calcio ci sono esempi come il Napoli che ha aperto lo stadio a Castel di Sangro sia per gli allenamenti che per le amichevoli
Conte si rifugia dietro il doveroso ma anche comodo tema della salute: o forse gli va bene che gli stadi restino chiusi perché è meglio tenere il popolo con le mascherine ben tirate su?