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De Laurentiis è una sorta di Carlo Verdone, maniaco della salute. Altro che incosciente

È stato dipinto come un untore irresponsabile, in realtà è partito da Capri senza sintomi ed è un fissato dell’alimentazione

De Laurentiis è una sorta di Carlo Verdone, maniaco della salute. Altro che incosciente

Cominciamo dalle condizioni di salute di Aurelio De Laurentiis (quasi nessuno se ne interessa): sta bene, non ha più la febbre. In serata è rientrato a Roma, in ambulanza, è a casa. Con la moglie che ha la febbre ma non è grave. Se qualcosa dovesse peggiorare, il Gemelli è a pochi minuti.

Si è conclusa una delle giornate più lunghe di Aurelio De Laurentiis. Il momento d’inizio l’abbiamo segnato noi del Napolista, con la notizia della sua positività. Dopodiché, però, è successo di tutto. De Laurentiis è stato trattato alla stregua di un irresponsabile, di un signore (di 71 anni) pronto a tutto pur di apparire, anche a mettere a rischio la propria salute e quella degli altri.

Una visione che cozza con la realtà. Aurelio De Laurentiis ha commesso una serie di errori nelle ultime tre settimane. Dalla decisione del ritiro di Castel di Sangro a quella – incomprensibile – di non dichiarare la positività di un dirigente. De Laurentiis ha il vizio di “dipendere” da consiglieri di cui si fida ciecamente.

Ma Aurelio De Laurentiis, anni 71, tutto è tranne che un incosciente. È un uomo che possiamo definire maniaco della salute. Per brevità, possiamo dire che è fissato quasi – QUASI – come Carlo Verdone che di fatto è un medico mancato. E con cui è legato da un lunghissimo sodalizio professionale. Non conosce, crediamo, il peso della prostata. Ma, ad esempio, Aurelio De Laurentiis è un integralista dell’alimentazione, fermamente convinto che una adeguata istruzione salverebbe molte vite umane. Perché, secondo lui, in tanti mangiano male non per insufficienza economica ma per carenza di cultura.

De Laurentiis è un signore che conosce gli ospedali. Che ha avuto problemi anche seri. Pensare a lui come a un ventenne incosciente, è ridicolo.

In molti, ieri e anche oggi, hanno intinto il biscotto nella zuppa De Laurentiis, la zuppa dello sborone che viene sbattuto di fronte alla realtà dei fatti. Attaccare lui è semplice, anche comodo se vogliamo: un po’ per il personaggio, un po’ perché rappresenta Napoli, un po’ perché ha prodotto i famosi cinepanettoni.

La realtà è che De Laurentiis è partito da Capri, l’altra mattina, senza sintomi. Altrimenti non avrebbe affrontato un viaggio in aliscafo, un trasferimento in taxi a Capodichino, un viaggio aereo fino a Malpensa e un altro taxi fino all’Hilton per l’assemblea di Lega Serie A. E non sarebbe intervenuto più volte nel corso dell’assemblea.

Parliamo di un signore di 71 anni. Lo ripetiamo. Che tra l’altro l’inverno scorso è incappato in una broncopolmomite mica da ridere.

Poi sì, lo ripetiamo, ha commesso una serie di errori. Per noi il ritiro di Castel di Sangro è stato un errore, figuriamoci la mancata denuncia del dirigente positivo. Ma lui mai e poi mai avrebbe sottovalutato il pericolo del virus. A maggior ragione dopo la malattia di Berlusconi.

È stato massacrato. Per i motivi che abbiamo elencato. E anche per l’immagine che ha scelto, dell’eterno Giamburrasca. Ma in realtà De Laurentiis è un uomo profondamente razionale, che non giocherebbe mai con la vita propria e dei propri cari. È stato dipinto come uno studente discolo. Nulla di più distante. A Castel di Sangro ha tenuto un convegno sui pericoli del Covid con il professor Ricordi in collegamento dalla Florida. Si considera un medico, o quantomeno una persona con conoscenze di poco inferiori a quelle di un medico. È uno degli aspetti che contraddistingue De Laurentiis. Si considera un medico, un cuoco, un sarto. Però, al fondo, studia.

Non ha sottovalutato i sintomi del coronavirus. Non sapeva di averlo, anche perché si sottopone regolarmente a tampone ogni quattro giorni. Ma da qui a farne un irresponsabile untore, ce ne corre. Ha mille difetti, ma non è un irresponsabile.

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