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“Tenet”, un Nolan da cineteca da vedere al cinema

Ci siamo trovati di fronte una nuova saga di Interstellar che per caso aveva la forma del thriller-action. Da Ravello a Oslo a Tallin

“Tenet”, un Nolan da cineteca da vedere al cinema

Ieri sera abbiamo fatto una cosa vintage: siamo andati in un cinema come struttura fisica e non vi entravamo dai primi di marzo del 2020. L’occasione è stata quella di vedere “Tenet” l’ultimo film di Christopher Nolan, quello che sulla carta si presentava come un thriller apocalittico con molta action, un qualcosa che non saremmo mai andati a vedere, se non fosse per quella firma: CN.

Ebbene credevamo di andare a vedere “Tenet” invece ci siamo trovati di fronte una nuova saga di Interstellar che per caso aveva la forma del thriller-action.

Un non meglio identificato “Il protagonista”, agente americano (un sorprendente John David Washington), si trova coinvolto in un’azione antiterroristica all’Opera di Kiev. Pensando di essere morto si ritrova prescelto per essere parte di “Tenet” una non meglio identificata sezione segreta – “Viviamo in un mondo crepuscolare” – “Niente amici al tramonto” – che ha il compito di fermare l’emersione nel nostro mondo di una realtà invertita che tende a cambiare il passato per salvare dei potentati del futuro.

Per tutto il film le due dimensioni parallele si scontrano: da una parte il broker terrestre che è il nodo gordiano tra il qui ed ora ed il futuro – il mercante d’armi Andrei Sator (uno stupefacente Kenneth Branagh) – che potrebbe, ricostituendo 9 parti di plutonio. integrare un algoritmo che casserebbe il mondo; dall’altra parte insieme al protagonista la moglie di Sator, Kat (Elizabeth Debiscki) che tenta di salvare il figlio, il fisico Neil (Robert Pattinson) e Priya (Dimple Kapadia), la plenipotenziaria indiana che sembra essere la pupara dell’intera rete di protezione.

Nella lotta all’ultimo countdown scivolano veloci e potenti le location: una rarefatta Ravello dal belvedere di Villa Cimbrone, un’Amalfi teatro di una regata di catamarani da Coppa America, incorniciata dalla lama di luce di Punta Licosa. Eppoi la fredda Oslo e la spaziosa Tallin. Fino ad una città segreta russa dove tutto è cominciato e dove tutto finirà.

Alla fine rimane la perizia di Nolan nel ricostruire personaggi che viaggiano nel passato per condizionare il futuro e nel costruire trame con mondi paralleli che si contrastano su tornelli che invertono mondi, fisiche e linguaggi. Un altro film da cineteca da vedere al cinema: per evitare che la mascherina del presente offuschi la visione del futuro.

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