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Libero chiede pietà per Raffaele Cutolo: “Sta male, l’Italia lo tortura”

In un articolo pieno di retorica della pietà il quotidiano di Feltri “denuncia” lo stato di salute del boss della Camorra: “la carcerazione è accanimento terapeutico”

Libero chiede pietà per Raffaele Cutolo: “Sta male, l’Italia lo tortura”

“Che fare di Raffaele Cutolo?”, si chiede Libero con un pezzo di Renato Farina richiamato in prima pagina. Perché “il boss della Nuova Camorra Organizzata (Nco) sta male, tiene il capo reclinato, gli occhi chiusi, ha crisi respiratorie, nelle settimane scorse non ha riconosciuto la moglie, non ha stabilito nessun contatto visivo e neppure di gesti”.

Renato Farina scrive un pezzo dai toni drammatici, calcando la penna sull’humana pietas per le condizioni in cui versa uno dei più spietati assassini della storia italiana.

C’è il dettaglio della “carrozzina che è una pena per tutti, ma se sei un vecchio rudere e stai in carcere, e la fine della pena non esiste, equivale a una sedia elettrica con la corrente regolata al minimo, senza neppure la pietà di farla finita con l’accanimento terapeutico di una carcerazione che la Costituzione sancisce destinata alla rieducazione, figuriamoci”.

Certo lo stesso Farina ammette che “naturalmente è un assassino, non si è mai ex assassini. Ha ammazzato e fatto ammazzare. Ha guidato ogni sorta di traffici crudeli nei mezzi e nei fini. Ha inventato la macchina del delitto e del dominio sul territorio, sui corpi e sulle anime”.

Ma Farina – ex collaboratore dei servizi segreti col nome di “betulla” –  dice di voler trattare la questione dal punto di vista della stima che vorremmo mantenere per noi stessi e dell’idea di Stato e più profondamente di civiltà”.

Non gli piace vedere Cutolo”nella sua miserabile versione di carcassa, senza più alcun peso in Gomorra che l’ha trasformato in un reperto archeologico”. Secondo Libero c’è una sentenza di Strasburgo del 2018, che ha già condannato l’Italia per aver rinnovato l’applicazione del 41bis a Provenzano “nonostante le sue deteriorate condizioni di salute”. E dunque se l’Italia pensa che questo principio non valga per i mafiosi, “i politici se ne prendano la responsabilità”.

“Che Cutolo abbia una coscienza o no, non dovrebbe essere un nostro problema. Il problema è di avere ciascuno di noi una coscienza”, conclude il pezzo.

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