Bonaventura: “Gattuso? Mi ha fatto sentire importante e gli ho dato l’anima”

A Sportweek: "Ma non è stato tutto rose e fiori. Una volta non volevamo andare in ritiro e abbiamo discusso testa contro testa. Milan? Potevo dare ancora tanto alla squadra" 

bonaventura

Il centrocampista del Milan, Giacomo Bonaventura, ha rilasciato un’intervista a Sportweek. Molti i temi toccati. Tra gli altri, il mancato rinnovo da parte del club rossonero.

Potevo ancora dare tanto ma il giocatore e l’uomo il Milan lo ha visto tutto. Mi dispiace non aver avuto lo stesso allenatore per tre o quattro anni, perché è una cosa che ti dà continuità nel lavoro. Invece, ogni nuovo tecnico sembra ti metta sotto esame. Ogni volta ricominci daccapo e questo ti fa perdere un sacco di tempo. Ho capito che le valutazioni su di me erano cambiate quando mi sono infortunato al ginocchio. Dovevo operarmi, stare fermo fino al termine della stagione e ricominciare con un solo anno di contratto davanti. Una società che ha fiducia in te, ti sottopone il rinnovo appena vede che hai ripreso l’attività. Nel mio caso non è successo. Ci sono state mezze parole, niente di più. Forse è cambiato lo stile Milan, ma ho avuto la sensazione che nei miei confronti non ci fosse la considerazione di cui godevo prima dell’infortunio”.

Quando a gennaio ho visto arrivare Zlatan, mi è tornata la voglia di spaccare il mondo. Io e lui eravamo i due vecchietti della squadra e lui, che pure ha parecchi anni più di me, diceva scherzando che il più vecchio ero io. È entrato in gruppo in punta di piedi, con umiltà, senza pretese, guadagnandosi il rispetto di tutti e con il lavoro e le prestazioni in partita. Quello che fa in campo lo vedono tutti, ma la differenza la fa la sua intelligenza. E non mi riferisco a quella calcistica”.

Bonaventura parla anche di Gattuso.

Gattuso somiglia a Mihajlovic. Mi ha fatto sentire importante e gli ho dato l’anima, dimostrandogli che di me poteva fidarsi. Ma non è stato tutto rose e fiori. Una volta non volevamo andare in ritiro ed è finita che ci siamo ritrovati a discutere io e lui, testa contro testa. Mi voleva ammazzare. Ma Rino è cosi: si incazza tantissimo sul momento ma finisce lì, non è uno che porta rancore”.

 

 

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