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Ascierto: «Allo stadio torneremo, ma non credo in autunno»

Al Mattino: «Le disposizioni invitano a evitare assembramenti. Non si potrebbero controllare i varchi di accesso. E cosa succede in caso di gol? I numeri sono bassi, ma appena abbassiamo la guardia salgono»

Ascierto: «Allo stadio torneremo, ma non credo in autunno»

Il Mattino intervista Paolo Ascierto, del Pascale di Napoli, il padre del Tocilizumab, la cosiddetta “cura Ascierto” per i malati di Covid. Parla del ritorno del pubblico negli stadi. Riaprire gli impianti a settembre è un obiettivo prematuro, dice.

«Allo stadio ci torniamo e presto ma non credo che ci torniamo in autunno. Le disposizioni attuali sono chiare e invitano tutti a evitare assembramenti, ecco che negli stadi non si può andare. Magari con il servizio d’ordine delle società si può garantire il distanziamento sugli spalti, ma non credo che sarebbe facile garantirlo nei varchi di accesso dove già devono essere eseguiti dei controlli per altre ragioni di sicurezza. E cosa succede in caso di gol? Ecco, a mio avviso nei prossimi mesi rivedere i tifosi allo stadio è difficile. Torneranno e in sicurezza. Ma non adesso».

La situazione epidemiologica impone il veto anche per le amichevoli a porte aperte durante il ritiro del Napoli a Castel di Sangro.

«In questo momento non ci sono le condizioni per poter immaginare amichevoli a porte aperte. Ora siamo in emergenza. Vero che i numeri sono bassi, ma abbiamo capito una cosa, e lo abbiamo capito tutti: appena c’è disattenzione, appena abbassiamo per un attimo la guardia, i numeri salgono. I veri problemi sono le infezioni che arrivano da coloro che tornano dall’estero. E la situazione internazionale è seria perché molti Paesi non hanno chiuso come abbiamo fatto noi. Vero che il lockdown ci è costato lacrime e sangue ma ha salvato molte vite».

 

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