La Gazzetta dello Sport intervista Andries Jonker, l’allenatore che ha fatto esordire Victor nel Wolfsburg. “Al Lille tecnicamente è migliorato moltissimo. In Italia molto dipende dalle aspettative che si hanno, soprattutto a Napoli”.
La Gazzetta dello Sport intervista Andries Jonker, l’allenatore che nel 2017 ha fatto esordire Victor Osimhen, appena 18enne, nel Wolfsburg in Bundesliga. Jonker parla del nigeriano come di un “giocatore fresco, calcisticamente sfacciato“. Dice:
“Amava giocare e lo faceva serenamente, senza troppi pensieri e preoccupazioni”
Osimhen esordì negli ultimi 15 minuti della gara contro il Borussia Monchengladbach.
“In quei minuti fece di tutto per aiutare la squadra, buttandosi su ogni pallone: si vedeva che voleva dare il massimo, anche se tatticamente aveva delle lacune. Finiva spesso in fuorigioco e a volte faceva delle scelte sbagliate. Ci fu però davvero molto utile”.
L’allenatore racconta che per Victor non fu facile cominciare a Wolfsburg.
“Per lui non fu facile cominciare a Wolfsburg e io dovetti anche difenderlo dalle critiche dopo una prestazione non brillante all’ultima giornata. Però la sua spensieratezza era importantissima in quei frangenti: le stelle erano preoccupate di cosa sarebbe potuto succedere in caso di retrocessione, pensavano ai loro stipendi. Lui giocava e basta, nonostante dovesse ancora crescere come giocatore, anche fisicamente”.
Al Lille, dice, è migliorato tanto.
“Sa cosa fare e quando. Tecnicamente è migliorato moltissimo e in questi anni ha anche rinforzato il fisico, facendo molto bene sia in Ligue 1 che in Champions League”.
Il Napoli può essere la destinazione giusta per Osimhen?
“Dipende dalle aspettative. Se l’ambiente è convinto di prendere un giocatore già pronto, una stella, allora è troppo presto. Se invece lo vedono come un buon attaccante con un potenziale enorme, potrebbe essere la scelta giusta. Ma in Italia moltissimo dipende dalle aspettative che si hanno su un calciatore, soprattutto in una piazza come Napoli”.