Claudio Savelli su Libero. Le rivali devono farsi un esame di coscienza. Perché se c’era un anno buono per il colpo di stato era questo
Su Libero, Claudio Savelli commenta la sconfitta di ieri della Juventus a Udine. Sarri si è visto scippare il festeggiamento per il nono scudetto al 92′.
“A Udine la Juve non si sporca le mani, attende la vittoria come se ne avesse un diritto divino, e fa poco, quasi nulla, per andare a prendersela”.
Dopo il gol di De Ligt la squadra ha rallentato, “ma il ritmo era già così basso che finisce per fermarsi del tutto”. Ecco che arriva il pareggio dell’Udinese e poi anche la vittoria.
“Che vincerà lo stesso lo scudetto, ma lo farà nel peggiore dei modi e in maniera opposta rispetto al solito: non più per manifesta superiorità ma per inferiorità degli avversari“.
Il paradosso, scrive Savelli, è che anche se vincerà il nono titolo, la squadra di Sarri dovrà essere sottoposta ad un processo.
“Il paradosso è che la squadra campione meriterà un processo più delle rivali, le quali però, a loro volta, devono farsi un esame di coscienza. Perché se c’era un anno buono per il colpo di stato era questo. E se l’Atalanta e la Lazio potranno dirsi soddisfatte per la conquista della Champions, è l’Inter che deve fustigarsi perché sarebbe bastato poco per giocarsela contro una Juve che non avrà la pancia piena, ma di certo ha le gambe vuote e la mente colma di incertezze”.