L’organizzazione inglese del movimento ora chiede il rovesciamento del capitalismo e la fine del libero scambio con Israele. I top player non vogliono essere “usati”

E’ fisiologico: i grandi fenomeni di massa col passare del tempo si trasformano, evolvono, a volte crescono e rischiano di cambiare anche un po’ identità. Ora che il Black Lives Matter comincia ad essere un movimento con ambizioni “politiche” che vanno oltre quelle della semplice manifestazione dal basso dell’antirazzismo, i top player della Premier League vogliono prenderne le distanze.
Secondo il Daily Mail, infatti, la questione è stata discussa da numerosi e influenti giocatori di alto livello, il che ha portato la Premier League a rilasciare una dichiarazione che condanna la politicizzazione delle loro dimostrazioni sul campo in favore del movimento.
La richiesta dei giocatori di sostenere la necessità di un’azione che garantisca uguaglianza e solidarietà per coloro che hanno subito persecuzioni a causa della loro razza – è stata in un primo momento determinante nel persuadere la Premier League a fare della campagna una parte molto visibile della ripresa del campionato.
I giocatori per ora restano solidali con la campagna e si sono impegnati a mantenere vivi i gesti simbolici per il resto della stagione, ma alcuni sono preoccupati di essere associati all’attivismo politico di Black Lives Matter UK, l’organizzazione inglese del movimento. Negli ultimi giorni, l’account twitter ufficiale di BLM UK ha suscitato molte polemiche: chiede il rovesciamento del capitalismo, la riduzione dei finanziamenti alla polizia e la fine del libero scambio con Israele.
In una nota ufficiale la Premier League ha dichiarato:
“Insieme, tutti gli organismi di calcio professionisti, i giocatori e i dirigenti riconoscono l’importanza del messaggio che le vite delle persone nere contano. Tuttavia, non appoggiamo alcuna organizzazione o movimento politico, né sosteniamo alcun gruppo che invoca violenza o promuove attività illegali. Siamo consapevoli del rischio rappresentato dai gruppi che cercano di dirottare cause e campagne popolari per promuovere le proprie opinioni politiche”.