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L’incredibile storia di Becuzzi, il tennista italiano che da 26 anni non vince una partita

Il tennista toscano ha 47 anni e non ha intenzione di mollare: “Mi basta una sola vittoria Atp, poi mi ritiro”. Lo ricorda Marca, ma anche il Wall Street Journal gli ha dedicato un pezzo

L’incredibile storia di Becuzzi, il tennista italiano che da 26 anni non vince una partita

Enrico Becuzzi ha 47 anni, ma 26 anni fa non pensava di arrivarci senza mai vincere una partita che fosse una. Ventisei anni di sconfitte: 270, dice il conto esatto. Solo che Becuzzi non molla: lui vuole vincere un match Atp. Con i complicati giri di calcoli delle classifiche del tennis mondiale, ha un ranking: attualmente è 2189 al mondo. Ma non una vittoria.

La storia di questo tennista di Pisa è così “commovente” che la ricorda Marca oggi e nel 2013 finì addirittura sul Wall Street Journal, che gli dedicò un pezzo dal titolo “La leggenda dello sfidante del tennis”. 

Un profilo sul sito ufficiale dell’Atp ce l’ha, ma la pagina del risultati è uno zero periodico. L’ultima sconfitta risale al 16 dicembre, torneo di Antalya in Turchia, in doppio. In coppia col turco Emir Sendogan vengono sconfitti russi Panin e Zubrov, poi la pendemia, lo stop, e amen. E invece no: Becuzzi, a 47 anni suonati, a smettere non ci pensa proprio.

E’ – nemmeno ricamandoci troppo su – una storia di sport nella sua essenza.

“Ho iniziato a giocare tardi, quando avevo nove anni, quando mio padre mi ha regalato una racchetta di legno. Mi ha portato davanti a un muro che avevamo a casa per imparare a colpire la palla. Da quel momento mi sono innamorato del tennis. Sono cresciuto guardando i quattro moschettieri degli anni ’80: Lendl, McEnroe, Wilander e Connors. E un genio: Guillermo Vilas”.

“Il tennis è la mia passione. Ho anche iniziato a fare tornei tardi, avevo già 21 anni. Mi è stato detto che era già troppo tardi. Non mi importava. Non c’è età per realizzare un sogno”.

Una volta c’è andato vicinissimo.

“Nel 2003, in un torneo a Sofia, ho quasi vinto la mia prima partita. Il giorno successivo ero là che mi allenavo di più, ancora più forte. Fino a quando avrò la forza e il desiderio, ci proverò. Non voglio arrendermi. Cerco una vittoria, solo una, e poi mi ritiro“.

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