Hamilton sempre più leader politico: in prima linea per abbattere le statue dei razzisti

Il campione di Formula Uno in prima fila nell'attivismo anti-razzista: esulta per l'abbattimento della statua di uno schiavista a Bristol e rilancia: "Chi è il prossimo?"

Hamilton fia fifa

Alla fine del rettilineo, il traguardo è la statua Edward Colston, filantropo e uomo d’affari inglese del XVIII secolo, noto anche per essere stato un trafficante di schiavi. La sua statua, a Bristol, è stata abbattuta e buttata nelle acque del porto. Lewis Hamilton ha esultato sui social: “La statua del trafficante di schiavi Edward Colston è stata abbattuta! Il nostro Paese onorava un uomo che vendeva schiavi africani! Tutte le statue di uomini razzisti che guadagnavano vendendo altri esseri umani devono essere abbattute! Chi sarà il prossimo?“.

La lista dei papabili è lunga, anche perché nel frattempo, la protesta a sostegno del movimento Black Lives Matter ha preso una forma internazionale, e le piazze hanno cominciato a prendersela coi simboli del passato. Imbrattate e vandalizzate le statue di Luigi XVI, Churchill, Vittorio Emanuele II, Washington, Gandhi. Ormai si va quasi a casaccio. Ormai la reiterata distruzione della statua di Ibrahimovic a Malmoe ormai è roba per ragazzi, questione di inutile campanilismo calcistico. 

Lo sport ora è coinvolto in pieno nelle proteste dell’antirazzismo: Trump battibecca col football americano, e in generale tutti gli atleti di colore hanno più o meno preso posizione. In prima fila c’è appunto il pilota della Mercedes, che ha raccontato il suo passato da ragazzino bullizzato per il colore della pelle, e che prima ancora aveva accusato la Fomula Uno di essere uno sport di bianchi per bianchi che aveva paura di esporsi.

Tanto che ora colleghi e capi si affannano a dargli supporto. Il direttore sportivo della F1, Ross Brawn, ha detto proprio così: “Lewis è un grande ambasciatore per lo sport, i suoi commenti contano e lo supportiamo completamente. La F1 è una meritocrazia ma possiamo dare maggiori opportunità alle minoranze e ai gruppi etnici di essere coinvolti nello sport automobilistico. Non solo guida ma ingegneria e altre attività”.

Eccolo il peso di Hamilton, unico pilota nero del Mondiale: stanno pensando alle quote nere. Lui intanto è passato oltre: le statue.

“Se quella gente non avesse abbattuto quella statua in onore di un commerciante di schiavi razzista, non sarebbe mai stato rimossa. Si parla di metterla in un museo. La statua di quell’uomo dovrebbe rimanere nel fiume proprio come le 20.000 anime africane che sono morte durante il viaggio e poi poi gettate in mare, senza sepoltura o memoriale. Le ha rubate alle loro famiglie, al loro paese e non deve essere celebrato. Dovrebbe essere sostituito con un memoriale per tutti quelli che ha venduto, tutti quelli che hanno perso la vita!”.

Colston costruì la sua fortuna sul commercio di schiavi come parte della Royal African Company inglese e trasportò oltre 80.000 uomini, donne e bambini dall’Africa alle Americhe. Ha lasciato in eredità gran parte della sua ricchezza alle istituzioni di Bristol e, dopo la sua morte nel 1721, la città ha eretto la statua nel 1895. Ora giace in fondo al porto.

Hamilton se l’era presa, prima che Floyd venisse ucciso dalla polizia di Minneapolis, con il governo inglese per non aver chiuso in tempo con l’epidemia di Covid già in atto: “Avrebbero dovuto chiudere i confini mesi fa. Il modo in cui hanno fatto volare le persone da paesi senza essere testate è sconcertante. Avrebbero potuto salvare migliaia di vite”.

Correlate