E’ durata 5 ore la riunione tra i club: ora i “ribelli” sono in 12. Il Ceo della Lega ammette che per la prima volta si è parlato di non riprendere. Sugli stadi neutri decideranno le autorità
Col semaforo verde ufficializzato per giugno dal governo, la Premier League si ritrova in una specie di stallo alla messicana: i 20 club sono ormai spaccati su due fronti, quelli che vogliono terminare la stagione a tutti i costi e le società “ribelli”, che non vogliono giocare in campo neutro. Erano in sei all’inizio, ma ora sarebbero addirittura in dodici.
La riunione da “guerra civile” (come l’ha definita il Telegraph) in programma oggi s’è consumata cercando una difficile via di conciliazione, e lo stesso amministratore delegato della Premier Richard Masters ha ammesso che per la prima volta è finita sul tavolo l’ipotesi di cancellare la stagione. Ma “il dialogo va avanti”, e si allarga alle autorità.
Perché la voce, a questo punto di relativa minoranza, delle “piccole” è stata ascoltata, e la lega ha detto che la sosterrà quando presenteranno al governo e alla polizia la loro idea di voler comunque giocare nei propri stadi. “Resta una volontà collettiva davvero forte di completare la stagione”, dice Masters. Ma è chiaro che la lega ha deciso di spostare il terreno di scontro sul piano istituzionale: sarà il governo a dover decidere per la linea dei campi neutri così sgradita a metà dei club.
“Da quando il coronavirus è diventato un problema, abbiamo discusso con le autorità delle condizioni in cui potremmo rimettere in piedi la Premier League, e ascoltato tutti i consigli. Ma è un dialogo continuo”, ha detto Masters. “Tutti devono essere consapevoli di ciò che le autorità ci dicono e continueremo con questa consultazione”.
Il governo ha “orecchie aperte” per quanto riguarda i luoghi neutrali ed è pronto a discutere la questione. Tuttavia, è probabile che una decisione finale spetti alla polizia e ai funzionari di sicurezza, che devono concedere licenze ai luoghi.
Nonostante la crescente tensione sull’uso di stadi neutrali, Masters ha affermato che l’incontro di cinque ore di oggi ha mostrato “un forte desiderio di discutere e di concordare una via collettiva”. Ma ha anche ammesso che una cancellazione della stagione è stata discussa per la prima volta dall’inizio della crisi.
“Ovviamente non giocheremo fino a metà giugno. Ma su come si svolgeranno queste partite ci sono ancora da valutare molti aspetti. Oggi è stato concordato è che i giocatori possono estendere i loro contratti oltre il 30 giugno, fino alla fine della stagione“.