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Maradona: «Il mio era un altro calcio, un altro mondo. Inutile fare paragoni»

Diego su Instagram: «35 anni fa la partita contro il Venezuela. In albergo uno mi diede un calcio la ginocchio, oggi sarebbe impensabile. Come i passaporti negati dai club. Ma ho sempre sentito mia la 10»

Maradona: «Il mio era un altro calcio, un altro mondo. Inutile fare paragoni»

Maradona ha pubblicato uno status su Instagram.

Oggi sono 35 anni da questa partita di qualificazione contro il Venezuela, nel 1985. Avevo già giocato due amichevoli, contro Paraguay e Cile, pochi giorni prima. È stata la mia prima partita ufficiale, dopo il Mundial 82. In quei quasi tre anni di assenza, ho avuto l’epatite, una frattura alla caviglia e i problemi che avevamo noi “stranieri” per giocare in Nazionale. Prima che fossero introdotte le date Fifa, erano i club ad avere i passaporti dei calciatori e le federazioni non erano obbligate a rinunciarci.

 

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Hoy se cumplen 35 años de este partido de eliminatorias contra Venezuela, en 1985. Yo ya había jugado dos amistosos antes, contra Paraguay y Chile, unos días antes. Pero este era mi primer partido oficial, después del Mundial 82. En esos casi tres años de ausencia, tuve hepatitis, una fractura de tobillo, y los problemas que teníamos los “extranjeros” para jugar en la selección. Antes no habían fechas FIFA, los clubes te retenían el pasaporte, y las federaciones no estaban obligadas a cedernos. Aquél era OTRO FÚTBOL. Era otro mundo. Al llegar a Venezuela, una persona me rompió la rodilla de una patada, entrando al hotel. Eso hoy no podría pasar. Por eso le digo a los periodistas, que hoy hacen mil comparaciones, mil estadísticas, a los que piensan que descubrieron el fútbol, que no se puede comparar. Antes no era como ahora. Era todo distinto. Las canchas, la pelota, los botines, el arbitraje, el entrenamiento, la alimentación, la medicina, el periodismo, los medios de comunicación, el transporte, los hoteles, el descanso. El Fair Play no existía, te cagaban a patadas. Y si no tenías la copa del mundo, no había paraíso. Por eso, Bilardo armó una selección con jugadores locales durante los primeros años. No hubieron “europeos”. Passarella, Burru y Valdano tampoco venían a jugar. A ellos tampoco los dejaban venir. Con todo esto quiero decirles que yo no me borré. Que yo NUNCA me saqué la camiseta de la selección. No le mientan a la gente. Que la cuarentena no les afecte, muchachos. Porque aunque yo no haya estado, la 10 fue siempre mía.

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Era un altro calcio. Un altro mondo. Quando sono arrivato in Venezuela, una persona mi colpì il ginocchio con un calcio entrando nell’hotel. Oggi non potrebbe succedere. Per questo dico ai giornalisti, che oggi fanno mille confronti, mille statistiche, a chi pensa di aver scoperto il calcio, che non si può paragonare. Non era come adesso. Era tutto diverso. I campi, il pallone, i soldi, l’arbitraggio, la formazione, l’allenamento, la medicina, il giornalismo, i mezzi di comunicazione,  trasporti, gli alberghi, il resto. Il fair play non esisteva, ti prendevano a calci in culo. E se non avevi la Coppa del mondo, non c’era il paradiso. Ecco perché Bilardo , durante i primi anni, mise insieme una Nazionale con i calciatori che giocavano in Argentina. Non c’erano gli “europei”.Anche Passarella, Burruchaga e Valdano furono esclusi. Neanche a loro fu permesso andare a giocare in Nazionale. Nonostante tutto questo, voglio dirti che non ho mai lasciato la Nazionale. Non mi sono mai tolto la maglietta dalla squadra. Non mentire alle persone. Non lasciate che la quarantena vi colpisca, ragazzi. Perché, anche quando non ci sono stato, la 10 è sempre stata mia.

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