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In tv in Spagna il Maradona di Siviglia: «Palleggiava con calzini e carta stagnola»

Al programma Informe Robinson. Marca dedica al Pibe il racconto della doppia tappa spagnola, anche Barcellona, con i ricordi dei compagni

In tv in Spagna il Maradona di Siviglia: «Palleggiava con calzini e carta stagnola»

Michael Jordan, Lance Armstrong. E Maradona, di nuovo Maradona. Se è questo è il momento dei grandi documentari sportivi, non può mancare in catalogo el Pibe de Oro. Kapadia aveva raccontato i suoi giorni napoletani, su Netflix c’è “Maradona in Messico”, per non parlare del Maradona di Kusturica datato 2008. Mancava alla dissezione documentaristica della sua carriera, la doppia tappa spagnola: Barcellona e Siviglia, l’inizio e la fine. Marca gli dedica un lungo pezzo online, con il racconto affidato alle parole degli ex compagni.

Giovedì sera andrà in onda uno speciale su Maradona a Siviglia nel programma Informe Robinson. Una puntata straordinaria perché preceduta dal ricordo di Michael Robinson l’ex calciatore – poi telecronista – recentemente scomparso.

Il soggetto di un thriller, lo definisce. “Nell’estate del 1982, il Barça pagò 1.200 milioni di pesetas per quello che era ancora un progetto di Dio. Nel 1992 tornò che era una santità del calcio, con i demoni nella valigia, e arrivò a Siviglia, che lo pagò 750 milioni”.

Al Camp Nou ha giocato le stagioni 1982-83 e 83-84. Marcos Alonso dice che “è la cosa migliore che mi sia successa nel calcio. È stato di gran lunga il migliore di tutti. Il primo giorno che è arrivato nello spogliatoio, ha preso delle calze arrotolate e ha iniziato a fare mille o più tocchi, e pensavamo che se lo faceva con le calze…”.

Per Pichi Alonso è stato “un privilegio giocare con lui e ho potuto provare la sensazione di indossare la sua stessa maglia. In una partita in cui non era disponibile ho usato la 10, ed era sicuramente sua perché a quel tempo le maglie erano poche”.

Rafa Paz parla di Siviglia, che ricorda una città “con enormi aspettative. Avremmo avuto la stella più grande di tutti i tempi. Sono rimasto impressionato quando l’ho incontrato”.

Per Marcos “ha fatto cose che il resto di noi non poteva fare. Correva a 200 all’ora e poi frenava in un metro, era forte anche di testa. Gli riusciva tutto facile“.

Víctor Muñoz ricorda sessioni di allenamento “in cui faceva cose incredibili. Controllava qualsiasi oggetto rotondo. Tecnicamente era insuperabile. Con la palla fatta di carta stagnola faceva meraviglia, arrotondava i mattoni“. Monchi ricorda che “ci attardavamo a fine allenamento per provare i tiri da fuori e i rigori, la sua percentuale era devastante”.
Marcos, ancora: “Per un compleanno, un amico americano gli passò un pallone da rugby, lui lo stoppò senza farlo cadere. Un artista. Fu incredibile”.

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