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Il Covid19 non è come la guerra ma come un terremoto

Non sono i terremoti a fare vittime ma la cattiva edilizia, così come da noi i danni maggiori li hanno fatti le carenze del sistema sanitario al nord

Il Covid19 non è come la guerra ma come un terremoto

Un mio caro amico, docente di Geofisica e uno dei massimi esperti sismologi mondiali, mi ha sempre detto “Armà non sono i terremoti a fare vittime ma la cattiva edilizia” Il terremoto è infame perché non è prevedibile e ti coglie di sorpresa cosi come è sembrato arrivare questo virus, spazzando via tutte le fragili difese di un mondo che ha distrutto la sanità pubblica.

Le vittime sono state tante, troppe ma l’emergenza è stata amplificata dalla scarsa disponibilità ospedaliera, dalla insufficiente risposta strutturale e alla mancata possibilità di soccorrere tanti.

La Germania è il Paese con più posti per terapia intensiva 29,2 ogni 100mila abitanti. Seguono il Lussemburgo e l’Austria, rispettivamente con 25 e 21 posti. L’Italia solo 12,5 ed ultima la Gran Bretagna con 7! Insomma con un contagio anomalo di popolazione è chiaro come si è arrivati ad un altissimo tasso di mortalità per complicanze dovute alla bestia. Gli edifici non hanno retto alla scossa, al sisma e sono crollati sulla recrudescenza istituzionale, amministrativa.

La corsa agli armamenti degli anni scorsi intesa come finanziamenti alla sanità privata hanno scartato la ipotesi di una futura pandemia che non seleziona in base al principio economico. Gli Stati Uniti né sono un esempio lampante cosi come il nord Italia. La Germania ha retto al colpo potendo contare su una notevole assistenza pubblica ed infatti è stata la prima nazione a far ripartire tutto. La Campania è una delle regioni con più ospedali pubblici di livello, Monaldi, Cotugno, Pascale, Cardarelli, Ruggi, Moscati ed ha egregiamente risposto al mostro offrendo un’assistenza e un pronto intervento che ha di fatto salvato tante vite.

La virologa Ilaria Capua nella puntata odierna di Domenica In ha ribadito il concetto per cui il problema non è tanto il virus quanto la possibilità di ospedalizzazione dei contagiati con sintomi gravi. Tuttavia è una banale resa dei conti facilmente intuibile in quanto, appena sistemata l’onda travolgente di inizio fase, con la disponibilità nei reparti i decessi sono calati sensibilmente.

Quindi ora è auspicabile che dopo il terremoto si ricostruisca sulle macerie con edifici a norma e resistenti alle eventuali nuove scosse investendo nella sanità pubblica, potenziando i reparti, evitando tagli e soprattutto porre una volta e per tutte fine al fallace mito della sanità privata e di eccellenza. Le pandemie come i terremoti non selezionano, sorprendono e ammazzano se non trovano una difesa adeguata.

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