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Il capitano del Watford si ammutina: “Non mi alleno, mio figlio è a rischio”

Deeney: “Mio figlio ha 5 mesi, è nero e ha difficoltà respiratorie. E per noi non è previsto nessun esame ulteriore. Non rispondono alle domande, perché dovrei rischiare?”

Il capitano del Watford si ammutina: “Non mi alleno, mio figlio è a rischio”

“Mio figlio ha solo cinque mesi, ha avuto difficoltà respiratorie, non voglio tornare a casa per metterlo in pericolo”. E quindi Troy Deeney resta a casa. Niente allenamenti per il capitano del Watford. La ripresa a piccoli gruppi e senza contatti non lo convince.

Deeney non vuole mettere il suo bambino, che ha avuto difficoltà respiratorie, ed è “più in pericolo” anche perché è di etnia nera, che è più esposta alle complicanze della Covid-19 secondo molti studi.

“Ho detto che non ci andrò”, dice Deeney. Parlando allo show Talk the Talk su YouTube ha aggiunto: “Ci vuole solo una persona per infettarsi all’interno del gruppo e non voglio portare il virus a casa”.

L’Ufficio per le statistiche nazionali afferma che in Inghilterra e Galles gli uomini e le donne neri hanno quasi il doppio delle probabilità di morire di coronavirus rispetto ai bianchi. Mercoledì scorso Deeney ha partecipato all’incontro con la Premier League, di altri capitani e medici. Ha detto: “Durante l’incontro, ho fatto domande molto semplici. Le etnie nere, asiatiche e miste hanno quattro volte più probabilità di contrarre la malattia, hanno il doppio delle probabilità di avere complicanze croniche. C’è qualcosa in più, uno screening aggiuntivo, esami al cuore che faremo? No. OK, bene, penso che questo problema dovrebbe essere affrontato. Non riesco a farmi un taglio di capelli fino a metà luglio, ma posso chiudermi in un’area con 19 persone e andare a saltare per un colpo di testa? Quindi ho detto che se non si sanno le cose, perché dovrei mettermi a rischio?”.

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