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Rafael, il predestinato del Napoli di Benitez è rinato in Inghilterra: al Reading è un idolo

The Athletic gli dedica un articolo-intervista dopo le ottime prestazioni al Reading, in Inghilterra. E sogna di tornare in nazionale

Rafael, il predestinato del Napoli di Benitez è rinato in Inghilterra: al Reading è un idolo

Rafael il predestinato ha trovato il suo destino nella seconda divisione inglese. Il portiere del Napoli che alzò la Supercoppa Italiana dopo aver battuto ai rigori, grazie a lui, la Juventus, finito nell’imbuto di troppe panchine è rispuntato al Reading, più che altro esplodendo. Cinque anni fa era il “prossimo numero 1” di Rafa Benitez, oggi in Inghilterra è una specie di mito: leader quasi feticcio di una squadra quattordicesima in Championship, otto in pagella fisso, miracoli a ripetizioni che lo hanno reso virale su Youtube.  Rafael Cabral Barbosa ora ha un soprannome: “The brazialian wall”, il Muro.

A Napoli giocò una sola partita, proprio contro la Juve, nel 2016-17 (finì 1-1). Poi tre presenze appena alla Sampdoria e infine il trasferimento al Reading in Serie B, per 500mila euro e una valanga di dubbi rimangiati dopo una stagione incredibile al Madejski Stadium.

A Capodanno contro il Fulham ha salvato la porta con una strepitosa “tripletta” di parate in serie, che gli sono valse il 9 pagella, e la gloria definitiva.

In Inghilterra ormai sono pazzi di lui. “Il campionato è molto competitivo”, dice in un’intervista a The Athetic. “In Brasile e in Italia le prime tre squadre di solito battono tutti gli altri, ma qui non è così. Le cose possono cambiare in un fine settimana. Tutto è organizzato, i campi sono fantastiche. E il livello di difficoltà è enorme. L’Inghilterra è un posto difficile per i portieri, ma mi sto davvero divertendo. Le squadre tirano tantissimo e ci sono molte palloni aerei. Gli arbitri non fischiano molti falli. Mi piace l’adrenalina”.

Rafael è uno dei tantissimi talenti del Santos, fa parte di quella squadra di predestinati in cui giocavano Neymar e Ganso ma anche Danilo e Alex Sandro, e poi Elano e Robinho, e Felipe Anderson.

Arrivò così, al Napoli. Per mano esclusiva di Benitez: “Non riuscivo a decidere Napoli e Roma, ma Rafa chiamò tre volte e mi disse quanto voleva che fossi il suo portiere. Mi disse che mi stava osservando da molto tempo e che sarebbe stato paziente con me mentre mi sistemavo e imparavo l’italiano. Disse che avrei potuto imparare da Pepe Reina al primo anno, ma che dopo sarei diventato il suo numero 1. Non è solo un manager d’élite; è anche una persona sensazionale, un uomo di parola”.

Non andò così per gli infortuni, e poi una volta in panchina ci rimase quando arrivò Maurizio Sarri. Ma è al Reading che trovato il trampolino giusto, è saltato e non è ancora atterrato: “Il mio sogno è tornare in nazionale. So che la competizione è dura perché abbiamo i due migliori portieri al mondo, Alisson ed Ederson. Ma continuerò a fare il mio lavoro e vedrò cosa succede. È a questo che sto lavorando”.

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