Intervista al Giornale: «Chiudiamo il campionato in autunno. Sbagliata la lettera della Lega contro Malagò. Il vero nodo è la data del 30 giugno»
Sul Giornale un’intervista all’attuale amministratore delegato del Monza Adriano Galliani che è una fetta importante della storia del calcio italiano. Parla del calcio che vuole ricominciare.
«Piano, non è ancora sicuro: ci sarà bisogno del parere della comunità scientifica e dell’ok del Governo e comunque stiamo parlando di riprendere gli allenamenti, a porte chiuse, il 4 maggio. Sono d’accordo sulla scelta di riprendere il calcio in modalità scaglionata. Mi sono letto e studiato il protocollo varato dalla commissione medico-scientifica della Federcalcio. E’ molto costoso, inaccessibile per i club di serie B e Lega pro. È giusto quindi che parta per prima la serie A».
Per lui è meglio concludere i campionati.
«La prima data utile sembrerebbe quella del mese di giugno, a porte chiuse, naturalmente, poiché molti esperti pronosticano in quelle settimane il periodo nel quale il virus sarà meno aggressivo. Se così non fosse, dovremo spostare le lancette degli orologi più in là perché giocare e concludere i campionati è infinitamente meglio che non giocare più. Questo è il mio mantra».
Galliani si schiera dalla parte di Federica Pellegrini.
«Condivido il lamento di Federica Pellegrini. Se riprendono gli allenamenti dei calciatori, non capisco perché non possano riprendere quelli di chi come la Pellegrini, da sola, va in piscina a nuotare, o di chi si allena su una pista d’atletica. Io sono uomo di calcio ma sto dalla parte dello sport, in questo caso».
Il nodo di tutto, riconosce, è il limite del 30 giugno scritto nei contratti.
«Questa è la chiave di tutta la questione. Al di là del possibile indirizzo dettato dalla Fifa, nessuno può imporre alle parti che hanno sottoscritto liberamente un contratto, un prolungamento della scadenza. Da quello che ho ricostruito in questi giorni – di solito monitoro i primi 5 tornei europei – i campionati europei finiranno in periodi completamente diversi uno dall’altro. Di recente ho chiacchierato al telefono con Carlo Ancelotti e mi ha riferito che la Premier League ripartirà molto dopo rispetto all’Italia perché il picco del contagio in Inghilterra non è ancora stato raggiunto. Bisognerà perciò applicare una postilla che trasformi la data del 30 giugno nella frase “fino al termine dei campionati”. E per rendere più facile l’accordo tra le parti, bisognerà contestualmente prevedere il calcio-mercato chiuso fino alla conclusione di tutti i tornei. Il motivo è semplicissimo: chi non volesse accettare la nuova scadenza, mi riferisco in particolare ai calciatori che si trovano in prestito presso altre società, non potrà essere trasferito e dovrà perciò starsene fermo, non pagato, e senza attività».
L’unica soluzione sarebbe allineare la stagione 2021 sull’anno solare.
«Lungi da me la voglia di innamorarmi della mia idea ma se, tra campionati e coppe si dovesse giungere in autunno inoltrato, la conseguenza sarebbe inevitabile. E poi ditemi: non sarà meglio assistere a partite in notturna durante i mesi di giugno e luglio che non nel freddo e gelo del mese di gennaio? Prendiamo adesso le date del mondiale del Qatar 2022: si svolgerà dal 18 novembre al 18 dicembre e consideriamo inoltre il periodo da dedicare alla preparazione del torneo. La soluzione dei campionati su anno solare è l’unica in grado di contemperare le diverse esigenze».
E spiega come si farebbe a tornare alla cadenza classica del 30 giugno.
«La prima idea che mi viene è questa: dividere la serie A in due gironi da 10 squadre, le prime 8 o le prime 4 classificate si giocano quarti, semifinali e finali per aggiudicarsi lo scudetto e così in 5 mesi si conclude la stagione. Faccio anche quest’ultima considerazione: completato in autunno inoltrato 2020 il campionato più le coppe, non è pensabile di ricominciare il giorno dopo il torneo successivo, senza un periodo ridotto di vacanze e di nuova preparazione. Anticipo già l’obiezione: ma come devono fare altre ferie dopo la sosta di due mesi? È vero che i calciatori sono stati fermi due mesi ma sono rimasti reclusi in casa».
Galliani critica la Lega che ha risposto duramente a Malagò.
«Non me ne vogliano gli amici della Lega di serie A, ma al posto di Dal Pino, io non avrei mai scritto quella lettera, con quel tono, al presidente del Coni. Si può anche litigare in privato, ma non in pubblico».
E racconta come si è organizzato il Monza nella questione stipendi:
Per il mese di marzo abbiamo raggiunto l’accordo di tagliare il 50% alla rosa e al tecnico di prima squadra. A tutti gli altri dipendenti abbiamo riconosciuto il 100%. Per il mese di aprile, maggio e giugno proporrò lo stesso taglio a meno che si torni ad allenarsi. Spero che accettino»