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Federica Pellegrini: «Le Olimpiadi? Pensino agli atleti non solo ai loro interessi»

Intervista a Repubblica: «sono convinta che quando ne usciremo ci servirà a essere più rispettosi e a fare anche un po’ più gioco di squadra»

Su Repubblica ampia intervista a Federica Pellegrini sull’emergenza coronavirus e sulla conseguente possibilità che slittino le Olimpiadi.

«Le Olimpiadi a Tokyo? Se mai le faranno, magari spostate di qualche mese in avanti, io chiedo col cuore in mano soltanto una cosa: pensate agli atleti, non ai vostri interessi».

Se la pandemia costringesse ad annullare queste Olimpiadi?
«Una catastrofe. Non oso spingere il pensiero fino a questo punto».

«Ho sentito cose molto confuse in questi giorni: hanno fermato la fiaccola, ma poi le Olimpiadi le danno per confermate. Proprio ieri il presidente del Coni Giovanni Malagò ha detto che una possibilità è quella di convocare tutti gli atleti due settimane prima a Tokyo, ma secondo me questa scelta sconvolgerebbe la preparazione di tutti. Io per esempio che sono un’atleta pluritrentenne ho bisogno di fare un determinato percorso, come andare in altura fino a una settimana prima delle gare. Se mi convocano in Giappone con due settimane di anticipo, sarebbe un disastro, oltre al fatto che significherebbe stare nel Villaggio con migliaia di colleghi e nuotare almeno in 300 in un’unica piscina. E se uno è positivo? Contagia tutti gli altri. Ripeto, si decida in fretta, per garantire a tutti i partecipanti pari opportunità. Se non ai Giochi, simbolo dell’uguaglianza e della meritocrazia, dove? Spero non si perda l’occasione per ribadirlo e che il business non prevalga sul resto. Ne va della salute di tutti, ovviamente, oltre che dello spirito olimpico».

È contro le Olimpiadi a porte chiuse.
«Bruttissimo, perderebbero di senso. Anzi, sarebbero un vero controsenso. E un mondo senza sport, come sta capitando adesso, non potrà mai esistere, anche se siamo chiusi in casa. Gli sportivi stanno cercando di dare esempi agli altri su come passare del tempo a casa, anche proponendo degli esercizi da fare in salotto. Lo sport non è solo questione di movimento fisico, ma di sentirsi vivi».

Il calcio è stato l’ultimo a fermarsi in Italia.

«Ho visto Malagò intervenire molto arrabbiato su questo tema da Fabio Fazio, mi è piaciuto e gli ho fatto i complimenti, perché se c’è una cosa che mi ha dato fastidio in questi giorni è che si è parlato solo di calcio. L’Italia è vero che va avanti solo per il pallone e che possono saltare il campionato e gli Europei, però esistono anche altri sport, altre vite, altre famiglie che non hanno lo stesso potere economico ma che quest’anno hanno le Olimpiadi che hanno sempre sognato e per le quali faticano tutti i giorni».

La  sua vita in questi giorni.
«Esco con mascherina e guanti per andare a fare la spesa. (…) Non vado a trovare i miei genitori che abitano a 45 minuti d’auto, ci sentiamo via Skype. Spero che ne usciremo presto, è tutta una situazione surreale. (…) Temo per mio fratello Alessandro che lavora a Londra dove si parla di contagio di gregge e dove il primo ministro dice di prepararsi a perdere i familiari: sono scioccata per dei discorsi così fuori di senno. Io mio fratello sono pronta ad andarmelo a prendere a piedi per riportarlo in Italia».

Cosa ci insegna questa emergenza?

«Ne avremmo fatto volentieri a meno, ma forse impareremo. Io sono convinta che quando ne usciremo ci servirà a essere più rispettosi e a fare anche un po’ più gioco di squadra. A sentirsi forti come italiani. Di solito quando ti scopri vulnerabile e fragile è la volta che poi diventi più forte, almeno io ho vissuto questo nella mia vita. Forte non vuol dire infischiarsene degli altri, ma riscoprire il valore delle regole e dell’appartenere a una comunità. Io nelle cadute sportive ho sempre trovato aiuto nelle persone che mi stavano più vicine, invece in questa emergenza siamo tutti uniti, tutti insieme. Teniamo duro e pensiamo positivo il più possibile, e aspettiamo. Non possiamo fare altro, qualcuno deciderà per noi, spero non con la mente offuscata dagli interessi».

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