Quelli (tanti) che in terapia intensiva neanche ci arrivano: i fantasmi del coronavirus

Sul Fatto quotidiano: in Lombardia l'87% muore su un letto di fortuna, nei reparti, a casa. O nell'attesa di un'ambulanza, come raccontano al 118

i medici del 118

Il Fatto quotidiano ricorda che i morti in Lombardia continuano ad aumentare. Ma non tutti avvengono in ospedale, sono tanti ormai i pazienti che non arrivano nemmeno in terapia intensiva.

Su 2168 decessi solo 260 sono avvenuti nelle terapie intensive, il che equivale al 13% del totale, il resto si è verificato altrove: al pronto soccorso, ad esempio, magari su un letto di fortuna, nei reparti ordinari o in casa in attesa di un’ambulanza che non arriverà mai. Questo significa che nel momento in cui le condizioni degenerano l’87% dei deceduti lombardi non è riuscito nemmeno ad arrivare alle terapie intensive.

Sono tanti, dunque, i morti fantasma. Il fatto racconta che capita spesso al 118 di ricevere telefonate per un’ambulanza. Nel frattempo il mezzo non arriva, perché non ce ne sono più, e dopo ore ricevere un’altra telefonata: «Non fa niente, è morto».

“Qui – ci spiega un operatore sanitario – non è più emergenza, qui bisogna adottare i metodi da medicina delle catastrofi, davanti a tutto questo nessun sistema sanitario, pur rinforzato, è in grado di reggere”. La domanda supera di molto l’offerta. E questo è vero soprattutto nella provincia di Bergamo e a breve in quella di Brescia che da giorni infila record di nuovi contagi arrivando a un totale di 4.247.

Morti che non rientrano nelle statistiche ufficiali. Sono i fantasmi della nuova Sars. E del resto, come spiegato in diversi studi internazionali, per ogni caso di contagio conclamato almeno cinque sfuggono alla rete dei contatti.

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