Come finire il campionato? Molto dipende dall’eventuale svolgimento dei campionati europei. Il calcio si ritrova vittima del proprio gigantismo
In giornate del genere si vorrebbe scrivere di tutt’altro, ma proviamo a distrarci tornando a discutere di calcio.
Il nuovo decreto del premier Conte ferma tutto lo sport, e con esso il campionato di Serie A, almeno fino al 3 aprile.
In attesa di ulteriori chiarimenti da parte della Figc, proviamo ad immaginare, in uno scenario totalmente inedito per il calcio italiano, quali potrebbero essere le soluzioni per assegnare i titoli sportivi di questa stagione. Anche perché è assurdo il solo pensare, a meno di altri scenari ben più gravi, che i titoli non vengano assegnati o che si congelino le classifiche così come sono ora. E questo discorso riguarda tutti i campionati, perché un eventuale blocco di tutte le retrocessioni e promozioni punirebbe le bellissime cavalcate solitarie del Benevento in Serie B e del Monza in Serie C.
In caso di conferma dei Campionati Europei nelle date previste, il campionato dovrà gioco forza terminare entro il 24 maggio. Premesso che la Serie A potrà riprendere non prima del weekend del 4-5 aprile, con 9 (o meno) settimane a disposizione, come si potrebbero assegnare scudetto e retrocessioni? Il tutto con un calendario senza molti spazi per turni infrasettimanali.
Serie A – Ipotesi playoff stile campionato greco (Souper Ligka Ellada)
Prima di tutto tra il 4 e il 5 aprile andrebbero giocate le 4 partite da recuperare. Una volta stabilita la classifica dopo 26 giornate, dei mini tornei deciderebbero la classifica finale. Almeno per i primi 8 e per gli ultimi 6 posti in classifica.
Le 4 squadre attualmente nelle prime 4 posizioni si giocherebbero lo scudetto in un girone di andata e ritorno, conservando i punti già maturati in quella che diventerebbe la “Regular Season”. Aritmeticamente tutte e 4 sarebbero in corsa.
Le 4 squadre dal 5° all’8° posto si giocherebbero i due piazzamenti Europa League, sempre conservando i punti già acquisiti. Anche in questo caso le 4 squadre sarebbero tutte in corsa.
Questi due mini-tornei si esaurirebbero in 6 settimane.
Per stabilire le 3 retrocessioni, le ultime 6 in classifica, sempre con i punti già conquistati in dote, disputerebbero un mini-torneo di 10 giornate, da spalmare in 6 settimane utilizzando turni infrasettimanali (le squadre coinvolte non avrebbero impegni di coppe europee). Le 6 squadre sarebbero tutte in corsa per la salvezza, anche se Spal e Brescia avrebbero obiettivamente molte meno chance.
Di conseguenza le 6 squadre rimanenti andrebbero in vacanza anticipata. Da molti punti di vista questo sarebbe il male minore, visto che in Italia le squadre senza obiettivi vanno sovente in vacanza mentale nelle ultime giornate di campionato.
Se invece il calcio riprendesse qualche settimana dopo il 4 aprile, con molto meno tempo a disposizione, si potrebbe ricorrere all’ipotesi dei playoff stile basket.
Andrebbero giocate le 4 partite da recuperare e, una volta stabilita la classifica dopo 26 giornate, gli scontri diretti in gare di andata e ritorno tra le prime quattro, con semifinali prima vs. quarta e seconda vs. terza, più successiva finale, deciderebbero lo scudetto. Questa ipotesi richiederebbe 4 settimane. E come si è già fatto nei playoff di Serie B, un eventuale pareggio alla fine del doppio confronto premierebbe la squadra meglio classificata nelle prime 26 giornate (no gol in trasferta che vale doppio, niente supplementari e rigori).
Altrettanto si potrebbe fare per le squadre dal 5° all’8° posto per stabilire i piazzamenti Europa League. Con la finale che stabilirebbe il 5° posto (direttamente ai gironi di EL) e il 6° (Playoff).
Le retrocessioni sarebbero decise invece da un unico turno di andata e ritorno. Tre finali, 15° posto contro 20° posto, 16° contro 19°, 17° contro 18°, con le tre perdenti al termine del doppio confronto retrocesse in Serie B. Con l’eventuale pareggio nel doppio confronto sempre favorevole alla squadra meglio piazzata in classifica.
Un metodo crudele, ma estremamente spettacolare, per chiudere il torneo.
Come si può notare, sia nel primo che nel secondo caso resterebbe del tempo anche per completare la Coppa Italia. Si potrebbe utilizzare una data infrasettimanale per il ritorno delle semifinali e il 24 maggio per la finale.
In questo momento l’ago della bilancia è rappresentato dalla disputa dei campionati europei. Il suo rinvio potrebbe permettere al campionato italiano di utilizzare le prime settimane di giugno per completare le 3 giornate (almeno per ora) rinviate col decreto ministeriale.
E gli Europei? In questo momento è difficile ipotizzarne lo svolgimento. Muovere centinaia di migliaia di persone attraverso 12 città è inimmaginabile con la crisi sanitaria attuale.
L’ipotesi di rinviarli all’estate 2021 non deve spaventare. La classifica degli Europei potrebbe diventare il metodo più immediato per qualificare almeno 8 tra le 13 o 14 squadre europee da mandare ai mondiali 2022. In questo modo si ridurrebbero le partite di qualificazione, e le altre 5 o 6 squadre potrebbero qualificarsi ai mondiali in Qatar attraverso mini-tornei in autunno. Un metodo già adottato da altri sport come basket e pallavolo.
Gli interessi in ballo sono enormi. Televisioni, pubblicità, incassi, tutte cose che hanno fatto passare finora in secondo piano l’emergenza sanitaria.
L’ultima parola spetterà a Figc, Leghe e Uefa. Perché, come ha scritto Massimiliano Gallo, è complicato ipotizzare lo svolgimento di gare di Coppe Europee in Italia.
Il calcio dovrà imparare, se ci riesce, a ridimensionare il suo gigantismo. Campionati lunghissimi, calendari sovraffollati, Mondiali a 48 squadre ed Europei a 24 (su 55 federazioni totali, di cui almeno 5 o 6 poco più che amatoriali) sono un’assurdità.
Peccato accorgersene solo nell’emergenza.