Sul Mattino i disagi dovuti alla carenza di dispositivi di protezione e di attrezzature, ma anche la disorganizzazione. La promiscuità degli spazi è un rischio per il contagio
Mancano i dispositivi di protezione e le attrezzature, e negli ospedali napoletani ci si organizza con il fai da te. Lo racconta il Mattino. Ai Pellegrini i medici hanno acquistato mascherine e termometri in farmacia, o tramite amici o nelle aziende, a proprie spese. Come se non bastasse, sono ormai insostenibili i ritardi relativi all’esito dei tamponi. Il personale sanitario, anche in presenza di casi sospetti o accertati di contagio, aspetta anche più di una settimana per sapere se è positivo o no.
C’è poi da considerare la promiscuità delle aree pre-triage, con i posti Covid-19 che si raggiungono attraversando il pronto soccorso, come al San Giovanni Bosco e al Pellegrini.
Il sindacalista dell’Anaao-Assomed. Pierino Di Silverio, denuncia tempi lunghi per l’esito dei tamponi anche al San Paolo. E la disorganizzazione, con i disagi per i pazienti, costretti ad attendere all’esterno anche con il maltempo.
Al Cardarelli c’è un codice rosso specifico ma non c’è una tac dedicata, perché ogni volta che viene fatto un esame l’unica che c’è finisce fuori uso. Qui, oggi, entrano in funzione i primi posti di terapia intensiva ma le mascherine, denuncia sempre Di Silverio, sono razionate:
«La stessa viene utilizzata anche 4 giorni anziché massimo 8 ore. E quelle con il filtro non vengono consegnate a tutti. Così il contagio diventa una roulette russa».
Al Loreto Mare mancano le docce negli spogliatoi del personale e alcuni armadietti sono stati scassinati. A Boscoreale scarseggiano i medicinali: l’Anaao dichiara che sono stati acquistati nelle farmacie territoriali, per rimediare. Sono attesi respiratori per attivare più posti, visto che i 40 che ci sono, tra terapia intensiva, sub-intensiva e medicine sono tutti occupati.
Al Cotugno è in corso un ampliamento, mentre il Policlinico Vanvitelli oggi apre il reparto Covid-19 al padiglione 3 di Cappella Cangiani, con 25 letti. La Federico II ne ha appena attivati altri otto, più 4 per i bimbi e da lunedì ne programma 5 di sub-intensiva. Il laboratorio universitario deve anche processare tutti i tamponi eseguiti dal personale di ospedali e Asl: limite fissato a 150 test al giorno.