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“Il distanziamento sociale è un lusso”, nelle baraccopoli indiane c’è un bagno ogni 1.400 persone

Reportage della CNN: la vera frontiera della pandemia è nei paesi poveri. In India 74 milioni di lavoratori migranti sono una bomba ad orologeria

“Il distanziamento sociale è un lusso”, nelle baraccopoli indiane c’è un bagno ogni 1.400 persone

In India vivono un miliardo e 300 milioni di persone. Di queste, 74 milioni, un sesto, vivono negli slums, nelle baraccopoli nelle quali non ci sono fogne, e dove solo grazie ad un programma governativo del 2014 ora ci sono dei bagni pubblici. Uno ogni 100 abitanti. Molte zone del Paese però sono state escluse dal programma, e lì si defeca in strada, all’aperto.

Questo è il contesto nel quale in teoria dovrebbe attuarsi il lockdown imposto per 21 giorni dal Primo Ministro Narendra Modi, destinato – sempre in teoria – a impedire la diffusione del coronavirus. Per ora i dati ufficiali parlano di 1.024 casi registrati e 27 morti. Ma la verità è che in India “il distanziamento sociale è un lusso che si possono permettere le classi abbienti, quelli che abitano nei condomini, che possono lavorare da casa, che hanno un bagno privato in casa”, come dice la CNN in un reportage.

Per gli altri il contagio è solo questione di tempo. E lo testimoniano le immagini dell’assalto incontrollato ai treni e ai bus che si è scatenato all’annuncio del blocco: centinaia di migliaia di lavoratori poveri che dalle città si è messo in viaggio per tornare nelle campagne, con un rischio di diffusione della malattia enorme.

Per capirci, in questa infografica della CNN, c’è racchiuso tutto il dramma della pandemia nei Paesi poveri:

india

La densità abitativa di New York è quella a destra. A sinistra c’è quella di un sobborgo indiano. Parliamo del focolaio lombardo, o del focolaio americano… la vera frontiera della Pandemia è lì.

Un operaio che vive nei sobborghi ha detto alla CNN: “Andiamo tutti all’aperto in un bagno comune e ci sono 20 famiglie che vivono proprio vicino alla mia piccola casa. Praticamente viviamo tutti insieme. Se uno di noi si ammala, ci ammaliamo tutti”.

L’acqua è uno dei motivi per cui gli indiani poveri devono uscire di casa ogni giorno. “Sia, un’operaia edile migrante a Gurugram, vicino a Nuova Delhi, si sveglia alle 5 del mattino e sfida il blocco di Modi, deve camminare per 100 metri fino a un serbatoio d’acqua che serve il suo slum abitato da 70 operai edili migranti. Lei non è l’unica. La maggior parte delle donne dei bassifondi del cantiere si lavano insieme lì ogni mattina e raccolgono l’acqua per la giornata. Senza docce o bagni nelle loro case, questo rubinetto comune è la loro unica fonte d’acqua”.

A Dharavi, Mumbai, secondo un recente studio sulla CFS esiste un solo bagno per 1.440 residenti – e il 78% dei servizi igienici nelle baraccopoli di Mumbai non dispone di un approvvigionamento idrico, secondo il sondaggio della Greater Mumbai Municipal Corporation del 2019.

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