CorSera: una generazione di anziani uccisa dal virus. In silenzio e da soli, senza un rosario
Colpisce prevalentemente loro. Memorie storiche e leggende di paese. Artigiani, parroci, mugnai ma anche ex deportati, ostetriche di paese, muratori

Sul Corriere della Sera un bellissimo articolo di Giangiacomo Schiavi sulle vittime del Covid-19. Un’intera generazione di anziani, portati via dal virus. Erano la memoria storica dell’Italia, un patrimonio portato via dalla malattia, in un soffio.
Artigiani, parroci, mugnai ma anche ex deportati, ostetriche di paese, muratori. Tutti morti da soli, senza nemmeno la possibilità che i loro familiari li piangessero al cimitero.
“Senza un rosario. Seppelliti in fretta. Gente comune. Vecchi leoni. Memorie storiche. Leggende di paese. Per loro gli anni purtroppo contano e pesano”.
Una generazione spazzata via in silenzio, dopo aver dato tanto, e con tanto ancora che avrebbe potuto raccontare. Il quotidiano racconta in pillole alcune delle storie di questi grandi anziani, che non ci sono più. Che sui giornali hanno pagine e pagine di necrologi dedicati. Per loro, da parte del virus, “non c’è misericordia”.
Una tra tutte, quella del commendator Umberto Falchetti, di Codogno. Un paese, dove ci si conosce tutti.
“86 anni di energia e vitalità. Girava con le auto d’epoca, era il titolare della Mta, seicento dipendenti, otto filiali all’estero, unica fabbrica della zona rossa autorizzata ad aprire dopo l’allarme coronavirus. È morto da solo all’ospedale di Cremona. Il fratello l’ha soltanto pettinato un po’. Quando il carro funebre è passato davanti alla fabbrica ai suoi dipendenti è stato concesso un saluto virtuale”.