ilNapolista

Conte: “Riapriremo un po’ alla volta, le misure saranno graduali”

Il Presidente del Consiglio a El Pais: “La chiusura delle attività produttive non potrà durare a lungo. Il numero di disoccupati dopo questo tsunami sarà molto alto. L’Europa si sta giocando il suo futuro”

Conte: “Riapriremo un po’ alla volta, le misure saranno graduali”

“Dobbiamo ragionare in termini di proporzionalità”.

Si è chiuso un po’ alla volta, si riaprirà un po’ alla volta. Giuseppe Conte, intervistato da El Pais, disegna una sua linea verso il futuro: graduale, senza picchi, senza forzature. “Le misure devono essere graduali”, in un senso o nell’altro.

Una cosa è certa, per il Presidente del Consiglio: la chiusura delle attività produttive “non potrà durare a lungo. E’ una misura molto dura economicamente. E’ l’ultima  che abbiamo preso e non può essere prolungata troppo a lungo. Per le scuole e le università, tuttavia, possiamo provare a introdurre modifiche. Anche per gli esami e le valutazioni di fine anno, in modo da non far perdere agli studenti l’anno scolastico o gli esami universitari”.

L’Italia sarebbe favorevole ad una riapertura prima che la pandemia sia terminata?

“E’ prematuro. Quando il comitato scientifico dirà che la curva comincia a scendere potremo studiare misure di rallentamento. Ma sarà molto graduale”.

In questo momento di “picco” della crisi, fa molto discutere la risposta dell’Europa. Alcuni Paesi, Germania e Olanda in testa, hanno bocciato l’idea dei “coronabond” per far fronte all’emergenza.

“L’Europa si sta avvicinando a un punto di non ritorno. Alcuni Paesi europei ragionano con schemi vecchi, pensano che questa emergenza non li riguardi. Ma si tratta di un’emergenza, sanitaria ed economica, che riguarderà tutti. In questo momento in Europa si gioca un gioco storico. Non è una crisi economica che ha toccato alcuni Paesi meno virtuosi di altri. Non c’è distinzione qui che ha a che fare con i sistemi finanziari. Questa è una crisi sanitaria che ha finito per esplodere in campo economico e sociale. È una sfida storica per l’intera Europa. Se l’Ue non si dimostra all’altezza della sua vocazione e del suo ruolo in questa situazione storica, i cittadini avranno più fiducia in essa o la perderanno definitivamente? Il numero di disoccupati che si avrà dopo questo tsunami sarà molto alto. Dobbiamo poter avvivare a capo di una ricostruzione prima che ciò avvenga”.

ilnapolista © riproduzione riservata