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La Juve ai tempi del Coronavirus: manca un leader che dia fiducia

Per Damascelli nonostante l’evidente crisi non c’è un paziente zero, ma non di possono scaricare tutte le colpe su Sarri anche se un minimo di decoro senza mozzicone sarebbe doveroso

La Juve ai tempi del Coronavirus: manca un leader che dia fiducia

“Non c’è un paziente zero nella Juventus. Sono tutti asintomatici, non hanno segni di reazione, sono ugualmente responsabili, dalla società all’allenatore, alla squadra”.

Lo scrive Tony Damascelli su Il Giornale. Sarebbe troppo facile scaricare tutte le colpe su Sarri, continua,

“che già di suo mette un carico da undici ad ogni esibizione, a bordo campo e nel dopo partita. Orribili le sue posture, non è necessario essere lord Byron ma un minimo di decoro questo sì sarebbe doveroso, rinunciando a quel mozzicone di sigaretta, pure sputato in diretta eurotelevisiva”.

Le idee di Sarri sono nette. Le ha applicate a Empoli, sviluppate a Napoli, ritoccate al Chelsea. Pensava di utilizzarle di nuovo a Torino, ma ha giocatori diversi.

Bentancur non è Jorginho, “è una promessa che resta premessa” e “dovrebbe spiegare che cosa significhi correre in campo masticando un chewing gum”.

E poi ci sono gli altri.

“Pjanic sembra una vecchia gloria, Rabiot è un francesino eterno cocco di mamma, Ramsey è un principino di Galles, Alex Sandro verrebbe respinto, per il suo malinconico procedere, al carnevale di Rio. Si salvano De Ligt, Chiellini, Dybala, a volte Cuadrado e, ovviamente, il fuoriclasse portoghese. Poi c’è il capitano, colui il quale pubblicamente spiega, come un allievo freudiano, di avere intuito, già in fase di riscaldamento, i freni psicologici dei compagni”.

A tutto questo si aggiungono le parole di Sarri che ammette che il gruppo non lo capisce e allora si comprende che “la situazione è seria ma anche grave”.

A fare il resto c’è il silenzio della società.

“Paratici e Nedved si esibiscono nel prepartita, Agnelli rassicura tutti per rassicurare se stesso, manca un leader, una voce autorevole, autoritaria”.

Il club diffonde notizie felici sul bilancio, ma la realtà è diversa, scrive Damascelli.

“così come la cartella clinica della squadra è distante da quello che dice la classifica in campionato. Se la probabile qualificazione ai quarti di Champions non dovesse realizzarsi, porterebbe a conseguenze nefaste sui conti e sul quadro tecnico”.

La sconfitta di Lione “ha ribadito gli errori e il risultato di altre batoste”. Contro l’Inter Sarri dovrebbe schierare la difesa a 3 e un centrocampo a 5.

“Però non formato da cartonati, lasciando a Ronaldo la facoltà di scegliersi il compagno di reparto. Escludo che questo possa accadere, meglio prendere appunti, mordere un mozzicone di sigaretta, masticare un chewing gum e sparlare dei propri compagni”.

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