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Il vicepresidente della Efaa: «La Fifa? Un teatrino. Le interessa solo il consenso e la demagogia»

Giovanni Branchini intervistato dal Corriere dello Sport: «Ci dipingono come demoni, ma per un agente che riceve una commissione c’è un club che paga. Anche a noi interessa la trasparenza»

Il vicepresidente della Efaa: «La Fifa? Un teatrino. Le interessa solo il consenso e la demagogia»

Il Corriere dello Sport intervista Giovanni Branchini, agente e vicepresidente dell’Efaa, European Football Agent Association. Il tema è quello della battaglia tra agenti e procuratori sportivi e Fifa. La Fifa ha deciso di mettere un tetto alle commissioni degli agenti per proteggere l’integrità del calcio.

«E’ un teatrino. Alla Fifa fanno finta di creare dei comitati, ma tutto viene deciso dalla politica. Alla Fifa non interessa risolvere i problemi, interessano il consenso e la demagogia».

Branchini respinge al mittente l’accusa rivolta agli agenti di guadagnare troppo.

«Le cito dati Fifa: nei trasferimenti superiori ai 5 milioni di dollari – parliamo di 150 trasferimenti su 19.000 complessivi – il valore medio di commissione pagata agli agenti è il 7,5%. Non mi sembra un valore assurdo e fuori mercato. Non si può fare una norma sulle eccezioni».

Soprattutto contesta il fatto che non è vero che gli agenti siano stati consultati, come dichiara la Fifa.

«Non è vero. Siamo stati invitati per la prima volta a Zurigo un anno e mezzo fa a parlare con una task force composta da membri che per loro stessa ammissione non avevano alcuna conoscenza dei trasferimenti. Mi dica lei se è credibile. Abbiamo avuto alcuni incontri, ma tutti fasulli, senza che ci fosse davvero la volontà di fare qualcosa».

L’Efaa, spiega Branchini, vuole le riforme, ma che siano serie, perché è banale ricondurre tutto “alle pretese esagerate degli agenti”. Massima disponibilità a sedersi a un tavolo a parlarne, ma per un discorso più generale.

«Si vuole fissare un tetto-compensi? Bene, ma deve essere coinvolto tutto il sistema, non solo noi: sarebbe un’ammissione di colpa che non riconosciamo».

Sono gli agenti per primi ad essere interessati alla trasparenza.

«Noi stessi sappiamo che nella nostra categoria ci sono comportamenti eccessivi e border line, ma bisognerebbe che fossero gli stessi club a denunciarli senza accettare determinati obblighi. Si tende a descrivere i club come vittime di un sistema, la realtà è ben diversa. Per un agente che riceve del denaro di una commissione c’è sempre un club che paga. E’ strumentale dipingerci come il demonio, darci la colpa di tutto. E’ un modo per non considerare la realtà. Ho parlato con il presidente Fifa, Gianni Infantino, gli ho detto che c’è urgenza di riforme, ma devono essere riforme condivise. Siamo stati noi ad auspicare una norma che obblighi i club a motivare tutti i pagamenti. Un calcio in salute conviene a tutti».

 

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