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Le 10 cose da ricordare di Napoli-Inter: da Di Lorenzo a “the dark side of Meret”

Come Zielinski contro Gervinho. Qualcosa non va con i tacchetti? L’anticipo azzardato di Manolas su Lautaro. La traversa su punizione di Insigne. I dieci minuti di Lozano

Le 10 cose da ricordare di Napoli-Inter: da Di Lorenzo a “the dark side of Meret”
(foto Hermann)

Uno. Lo scivolone di Di Lorenzo. Dal suo incidente è nato il primo gol di Lukaku, con quella che un tempo si sarebbe chiamata una sgroppata di 48 metri e mezzo (anche se in realtà le sgroppate erano dei terzini, gente come Massimo Tarantino, per citare uno che è stato sia nel Napoli sia nell’Inter). Qui bisogna chiedersi allora chi è l’uomo che sceglie i tacchetti al Napoli. Di Lorenzo casca davanti a Lukaku come Zielinski era caduto davanti a Gervinho. Poi Hysaj corre sempre all’indietro, non accorcia, non affronta mai il belga e lo manda dalla parte sbagliata per noi e giusta per lui. Un concorso di colpa.

Due. Al minuto 32 the dark side of Meret. Mette un poco i pugni e un poco i palmi delle mani, casca in una di quelle mezze papere che ogni tanto gli capitano. Senza offesa ma va detto, aggiungendo che cinque minuti prima aveva fatto due grandi parate nel giro di 120 secondi. Perciò la sintesi è che fossero tutti come Meret i problemi del Napoli. Meret ha mezzi da portiere d’altri tempi, un Ottavio Bugatti, per citare uno che è stato sia nel Napoli sia nell’Inter. Il tiro di Lukaku andava a 111 km/h.

Tre. Minuto 37. Il primo tiro in porta nello specchio del Napoli. Arriva da Lorenzo Insigne in un peimo bagliore di concretezza dopo una mezz’ora di intarsi e ricami, un controllo sbagliato, barocchi e minimalismi, una cosa a metà strada fra la citazione di Benny Carbone e l’imitazione di Checco Moriero, per nominare due che sono stati sia nel Napoli sia nell’Inter. È un mezzo tiro a giro su cui Handanovic mette un braccio. Se lo avesse messo pure su Higuaín a Torino due anni fa, forse avremmo uno scudetto in più.

Quattro. Minuto 39. Il tocco sotto porta di Milik che vale il due a uno. Qui, visti certi frangenti della stagione, viene da domandarsi come abbia fatto il polacco a non sbagliare da lì per segnare invece il decimo gol della stagione. Ci sono gol più facili che Milik non ha fatto. Se ne è divorati alcuni in modo clamoroso, alla Pandev prima maniera, per citare uno che è stato sia nel Napoli sia nell’Inter. Mirabile l’inserimento di Callejón, che deve avere la VAR incorporata, di serie, per la sua capacità di scattare senza farsi prendere in fuorigioco.

Cinque. Minuto 54. L’intervento di De Vrij che ferma la folata del Napoli verso la porta di Handanovic. Quattro contro tre, l’attacco azzurro si vede bloccare dall’uscita dell’olandese, con il tempismo di un Giovanni Bia, per citare uno che è stato sia nel Napoli sia nell’Inter. 

Sei. La catena di sinistra. Nel primo quarto d’ora del secondo tempo si prende il campo. Mario Rui fa Ghoulam, Zielinski fa Hamsik, Insigne fa Insigne. Solo che Mario Rui non è Ghoulam, Zielinski non è diventato Hamsik e Insigne sta cercando Insigne. Gattuso ha giocato con i terzini di Sarri, le ali di Benítez e il regista liquido di Ancelotti. A un certo punto in mezzo al campo servirebbe il Gattuso mediano, un mediano alla Bagni, per citare uno che è stato sia nel Napoli sia nell’Inter.

Sette. Minuto 61. L’anticipo scellerato di ManolasSul magnifico cross di Vecino da destro, il greco ci va d’esterno destro anziché andare di interno sinistro. Ne viene fuori uno sgorbio come capita ai difensori che si fidano troppo di sé stessi. Succedeva per esempio a Fresi, per citare uno che è stato sia nel Napoli sia nell’Inter. Troppe volte la difesa gioca uomo contro uomo, senza dare l’impressione di averla voluta preparare così.

Otto. Il cartellino giallo a Esposito. Il ragazzino di Castellammare manda un pallone in campo e accende una baruffa. Si prende una lavata di testa dai suoi dirigenti, oltre che la reazione di Fabián Ruiz. Una ingenuità, una leggerezza giovanile alla Caio, per citare uno che è stato sia nel Napoli sia nell’Inter. 

Nove. Minuto 75. La traversa su punizione di Insigne. Sembra un tiro a specchio rispetto a quello di qualche anno fa contro il Borussia Dortmund. Stessa posizione ma dal lato opposto. Qualche centimetri più su, un calcio alla Robbiati, per citare uno che è stato sia nel Napoli sia nell’Inter.

Dieci. I dieci minuti finali di Lozano. In questa squadra che dà un’idea costante di fragilità, passata da squadra che può far succedere sempre qualcosa a squadra cui capita sempre qualcosa, per Gattuso il messicano non merita di più. Lozano ci mette dentro un rimpallo contrario e un cross sbagliato. La sua stagione è ancora un mistero, contrariamente a quanto accaduto all’ultimo acquisto dal PSV Eindhoven, cioè Dries Mertens, per citare uno che è stato sia nel Napoli sia… O no?

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