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L’ad di Atlantia: «Chiediamo scusa per il Morandi. Ne faremo tesoro per il futuro»

Bertazzo intervistato dal Secolo XIX: Lo spartiacque sono state le intercettazioni. Non avevamo consapevolezza che nel gruppo ci fossero persone così distanti dall’etica aziendale  

L’ad di Atlantia: «Chiediamo scusa per il Morandi. Ne faremo tesoro per il futuro»

Il Secolo XIX intervista Carlo Bertazzo, amministratore delegato di Atlantia dal 13 gennaio scorso. Arriva in un momento delicato, in cui occorre rilanciare l’azienda.

«Quanto è accaduto con il ponte Morandi è qualcosa di gravissimo, di cui faremo tesoro in futuro. Chiediamo anzitutto scusa. Lo spartiacque per noi è stata l’uscita delle intercettazioni. Nel gruppo non avevamo consapevolezza ci fossero persone così distanti dall’etica aziendale e dal nostro modo di vedere. Da qui dobbiamo ripartire, ricostruendo una cultura interna comune, con forze nuove, nuovi talenti. Cambieremo anche la struttura della holding».

L’obiettivo è trasformare Atlantia in una holding strategica di investimento

«Lasceremo piena autonomia ai cda e ai manager delle partecipate. La holding integrata come in passato non ci sarà più».

Negli ultimi mesi sono emerse diverse falle in tema di manutenzione. Possibile, gli chiede l’intervistatore, che tutto sia avvenuto all’insaputa di Atlantia?

«Il cda di Atlantia cura gli indirizzi strategici delle controllate. I programmi di manutenzione e le sue modalità non rientrano tra le cose che abbiamo mai discusse. Sicurezza e reputazione sono sempre stati obiettivi assoluti dettati dal consiglio. È evidente che qualcosa non ha funzionato, quanto fatto non è stato sufficiente, ognuno si assumerà le proprie responsabilità: lasciamo che la magistratura faccia il suo corso».

Atlantia, spiega, è già all’opera per garantire la sicurezza della rete.

«Il cda di Autostrade ha approvato le linee di un piano di ristrutturazione, dove l’obiettivo è consegnare a fine concessione, nel 2038, un’infrastruttura ammodernata. A quella data ci saranno pezzi di autostrada che avranno anche 100, 110 anni. Nei prossimi 4-5 anni sulla manutenzione impegneremo 2 miliardi di euro, 650 milioni in più di quanto era previsto in precedenza. Ci sono poi investimenti per altri 4 miliardi di euro in cui punteremo anche su tecnologia e innovazione».

E’ prioritario riconquistare la fiducia, spiega.

«Siamo consapevoli che la nostra credibilità è ai minimi storici. Proprio per questo per noi il recupero della fiducia dei clienti è fondamentale, una priorità».

 

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