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Casarin: «Fuorigioco, è tornato il buon senso. I millimetri valgono solo in caso di gol non gol»

Al Corriere dello Sport: «Un tempo, era fuorigioco quando c’era luce. Quando ad arbitrare saranno i robot, sarà un brutto giorno per il calcio»

Casarin: «Fuorigioco, è tornato il buon senso. I millimetri valgono solo in caso di gol non gol»

Anche Paolo Casarin è d’accordo col cambio della regola del fuorigioco. Lo dice in un’intervista al Corriere dello Sport.

Si sono accorti che calcolare il fuorigioco sulla posizione attaccante-difensore non è sufficiente. Bisogna sapere con esattezza quando è partito il lancio o il passaggio. Esiste una straordinaria e inutile precisione nella parte finale dell’azione, mentre c’è il buio più assoluto sulla situazione di partenza. Sbagliare frame vuol dire sbagliare la valutazione anche di 15-20 centimetri.

La luce tra attaccante e difensore

«Quando il guardalinee contava davvero, doveva accorgersi del momento in cui partiva il pallone e contemporaneamente controllare il movimento dell’attaccante. I 20 centimetri di cui parlavo erano un margine più che accettabile di errore. La misura per determinare un fuorigioco era la luce tra attaccante e difensore: se la figura del primo si trovava avanti rispetto al secondo si alzava la bandierina. Ma quei fenomeni della Fifa hanno preferito abbandonare il buonsenso.

Il Var

«Secondo me hanno messo troppe regole. Ci voleva più tempo per far digerire lo strumento, in primis agli arbitri che non erano pronti a usarlo. Il Var serve ad abbattere un certo numero di errori evidenti, non ad annullarli. Continuo a pensare che l’arbitro in certe circostanze veda meglio della macchina, almeno finché i robot non sostituiranno i direttori di gara. E quello, datemi retta, sarà un brutto giorno per il calcio».

Il fallo di mano

Oggi si parla dell’uomo vitruviano per capire come il difensore può tenere le braccia in area. Questa roba finirà prima o poi in qualche libro di barzellette.

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