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Da giocatori di tennistavolo a deportati in Bosnia, l’incredibile storia di due nigeriani in Croazia

L’ha raccontata il Guardian: i due studenti erano impegnati in una gara internazionale, sono stati arrestati, minacciati e trasportati illegalmente oltre il confine. Li hanno ritrovati dopo due settimane in un campo profughi

Da giocatori di tennistavolo a deportati in Bosnia, l’incredibile storia di due nigeriani in Croazia

Giocatori di tennistavolo, studenti, neri. Basta una passeggiata in strada, con i documenti lasciati in hotel, per diventare migranti irregolari, minacciati di morte, deportati illegalmente in un terzo paese, e poi rinchiusi in un campo profughi per due settimane. E’ l’incredibile storia di Abia Uchenna Alexandro ed Eboh Kenneth Chinedu, due diciottenni nigeriani della Federal University of Technology Owerri impegnati in Croazia per un torneo studentesco internazionale di ping pong. Il Guardian ricostruisce l’avventura surreale di cui sono rimasti vittime, scoperchiando una volta di più il pentolone del razzismo “istituzionale” che in Europa ormai accoglie – per così dire – gli stranieri di colore, anche quelli che hanno tutti i documenti in ordine.

I due giovani hanno raccontato di essere stati fermati dalla polizia croata il 17 novembre, la sera prima di ripartire per la Nigeria, mentre passeggiavano per Zagabria. Hanno detto di aver cercato di spiegare ai poliziotti di avere i documenti in albergo, “ma ci hanno portato in una stazione di polizia, non prestando alcuna attenzione a ciò che gli dicevamo”.

I poliziotti decidono che Chinedu e Alexandro sono due immigrati irregolari. Li mettono su un furgoncino insieme a un gruppo di migranti che erano stati fermati mentre cercavano di superare illegalmente il confine, e li fanno scendere in un bosco. Da lì, sotto la minaccia delle armi, li obbligano a incamminarsi verso il confine della Bosnia-Herzegovina. “Mi sono rifiutato di camminare nel bosco – dice Chinedu – ma un poliziotto ha detto che mi avrebbe sparato se non l’avessi fatto”.

Vengono lasciati nel campo di Velika Kladuša, dove migliaia di migranti sono di fatto detenuti in tende senza riscaldamento e acqua, con temperature che scendono spesso sotto lo zero. Ci restano quasi due settimane, il tempo che i volontari che lavorano nel campo ci mettono ad avvertire i rappresentanti della gara di tennistavolo.

“Davvero non riesco a capire cosa sia successo – dice al Guardian Alberto Tanghetti, l’organizzatore della manifestazione – avevano tutti i visti regolari, e anche la polizia di Pula era stata avvisata della loro permanenza in Croazia”.

Un rappresentate del Ministero dell’Interno croato ha provato a giustificare l’operato della polizia: “Spesso hanno a che fare persone che usano la partecipazione a gare sportive per restare da noi senza permesso”. Ma non era questo il caso.

E Dragan Mektić, il Ministro della Sicurezza bosniaco, ha denunciato ad Al Jazeera che “i migranti vengono sistematicamente picchiati dalla polizia croata, e deportati illegalmente in Bosnia. Gli distruggono i telefoni per non essere ripresi. Rifiutano ai richiedenti asilo tutti i loro diritti”.

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