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Conte: “Nainggolan si chieda perché è al Cagliari e non è all’Inter”

Il tecnico, da primo in classifica, trova la Roma che lo voleva (“Mi aveva chiamato Totti”) e guarda “il bicchiere mezzo pieno” di lacrime: “Siamo in pochi, i giocatori si sono responsabilizzati”

Conte: “Nainggolan si chieda perché è al Cagliari e non è all’Inter”

Premesso che “io ho grande affetto nei confronti di Radja e lui lo sa benissimo…”. Il sassolino è lì che pungola, e Antonio Conte mica se lo tiene nella scarpa. Per cui quando gli chiedono – ancora una volta – della strepitosa stagione di Nainggolan al Cagliari, e delle sue “zeppate” all’Inter (“Gli dimostrerò che si sono sbagliati”), Conte parla chiaro:

“Nel mio primo anno al Chelsea era in cima alla lista delle scelte per il centrocampo. Credo che per lui la scelta di andare a Cagliari sia stata la migliore. In tante situazioni bisogna fare sempre una profonda analisi e capire dove si può fare meglio, come e se c’è qualcosa che andrebbe rivista. Non avevo dubbi sul fatto che facesse bene a Cagliari ma… è anche giusto che lui si chieda perché non è all’Inter ed è al Cagliari”.

Domani sera c’è Inter-Roma, e il tecnico primo in classifica poteva trovarsi sull’altra panchina, perché lo aveva chiamato Totti, e lui gli aveva detto di no. Prima ancora di valutare l’opzione nerazzurra.

“Con Francesco c’è un’amicizia di lunga data. Mi ha illustrato la situazione e mi ha parlato della possibilità Roma. Io ho fatto delle valutazioni in maniera molto serena e ho pensato che non fosse il momento giusto. In quel momento però l’Inter non c’era. Non c’erano altre squadre, ho fatto le mie valutazioni e ho deciso di declinare la proposta in maniera molto rispettosa. So che è una grandissima piazza, ma non era il momento”.

Ora piuttosto è il momento di rileggere in positivo le lamentele degli ultimi mesi sulla rosa corta: c i sono diverse assenze a centrocampo, ma ora, in vetta alla classifica, “il bicchiere è mezzo pieno”… di lacrime.

“Questa è una situazione non nuova. Vediamo il bicchiere mezzo pieno: nelle responsabilità, tanti calciatori si sono responsabilizzati di più. Mancano ancora 4 partite alla fine di questo ciclo, dobbiamo affrontarle a petto in fuori e conoscendo i nostri pregi e le difficoltà che dovremo fronteggiare. Non c’è tempo per accampare scuse, cerchiamo di rispondere nel migliore dei modi. Diamo il massimo da qui a Natale e vediamo cosa succede e come reggiamo a questo periodo. Poi tireremo un sospiro di sollievo, ci riposeremo e recupereremo un pò di giocatori per affrontare il nuovo anno”.

 

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