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Libero: la cultura italiana è al femminile. Le donne sono più brillanti e preparate degli uomini

Si laureano in maggior numero e con voti migliori, primeggiano in tutti gli ordini di scuola e surclassano i maschi anche nei corsi post universitari

Libero: la cultura italiana è al femminile. Le donne sono più brillanti e preparate degli uomini

Su Libero, Azzurra Barbuto analizza i dati dell’ultima indagine del Censis, che mette a confronto, nell’ambito degli studi, uomini e donne.

Le donne laureate sono il 56% degli oltre 7,6 milioni totali (4.277.599). Negli ultimi cinque anni sono aumentate del 22,7%, mentre i dottori uomini solo del 16,8%.

Nel hanno conseguito un titolo 183.096 ragazze (57,1% del totale). Nello stesso anno risultano iscritte all’università 938.816 studentesse (55,4%).

I risultati migliori delle donne rispetto agli uomini si riscontrano anche nella formazione post-laurea. Qui rappresentano il 59,3% degli iscritti a un dottorato di ricerca, o ad un corso di specializzazione, o ad un master.

Ciò non vuol dire che le donne riescono meglio perché passano più tempo sui libri, ma perché sono più brillanti in tutti i cicli scolastici, fin dalle elementari.

Alle scuole medie il 5,5% delle alunne si licenzia con 10 e lode contro il 2,5% degli alunni. Il voto medio di diploma è 79/100 per le donne e 76/100 per gli uomini.

All’università, il 55,5% delle studentesse si laurea in corso, contro il 50,9% dei colleghi maschi. Non solo. Il 24,9% delle femmine si laurea con 110 e lode, contro il 19,6% dei maschi. Il voto medio alla laurea è di 103,7 per le prime e 101,9 per i secondi.

Le donne preferiscono le scienze umane, le lingue, gli studi classici, e artistici. I gruppi disciplinari più frequentati dalle donne, all’università sono: insegnamento (91,8% di studentesse), linguistico (81,6%), psicologico (77,6%). Mentre sono poco interessate all’informatica e alle tecnologie (13%), all’ingegneria industriale e all’informazione (22%), alle scienze motorie e sportive (28,8%).

Un dato in negativo riguarda invece la presenza di docenti e ricercatrici donne all’Università: in Italia sono 27.677, solo il 40,5% del totale.

Un tempo, scrive la Barbuto, solo le ragazze benestanti potevano studiare. La maggior parte delle donne restava a casa ad allevare figli e rammendare calzini.

Oggi le cose sono cambiate. L’emancipazione culturale non è più vincolata a quella economica.

“E, forse per attitudine naturale allo studio, o forse per il desiderio e la volontà di emergere conquistandosi la propria piena autonomia, uscendo da quel silenzio in cui per millenni siamo state relegate, le giovani dei nostri giorni hanno superato gli uomini in preparazione”.

Un altro dato che viene fuori dalla condizione delle donne, scrive, è che più diventano colte, più fanno carriera, e meno prendono in considerazione l’ipotesi di scegliersi un compagno per la vita. Scelgono la libertà o comunque il matrimonio solo per amore e non per il matrimonio ad ogni costo.

“Oggi siamo libere di sfidare le convenzioni, di essere noi stesse, di scegliere ciò che ci fa stare bene e di mandare al diavolo chi ci nuoce”.

Visto che in Italia l’82% degli insegnanti è rappresentato da donne, conclude,

“il sistema educativo è nelle nostre mani, tocca a noi trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza che quella tra i sessi è la più assurda di tutte le guerre”.

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