Il Napoli gioca solo 25 minuti. Una squadra con troppe intermittenze, oggi sopraffatta sul piano della determinazione. In campionato mai così male negli ultimi dieci anni
Il Napoli perde a Roma 2-1 e si apre una dolorosa presa d’atto nel campionato. Dopo appena undici giornate, il Napoli è fuori dai giochi per lo scudetto. È settimo con 18 punti, fuori anche dalla zona Champions. Il peggior risultato degli ultimi dieci anni. Tre sconfitte in undici partite. Una riflessione è doverosa. È la terza sconfitta in campionato ma le altre due sono avvenute nel finale in condizioni rocambolesche. Questa no.
Noi non troviamo un Napoli in crisi tecnica, la squadra ha giocato partite ad altissima intensità. Ma sono numerosi i buchi, i cali d’attenzione. Alcuni giocatori fondamentali, come Koulibaly, proprio non riescono a entrare in forma. Anche la sua intesa con Manolas lascia a desiderare. Il Napoli resta una squadra con un potenziale altissimo. Ha certamente pagato episodi sfortunati, ma la fortuna bisogna anche conquistarla. Martedì potrebbe qualificarsi per gli ottavi di Champions con due turni di anticipo. In campionato, però, fatica a trovare continuità. Il bilancio è negativo, c’è poco da dire.
Sembra banale, forse lo è, ma è un Napoli dai due volti. Dottor Jekill e Mister Hyde. Ecco, oggi è stato mister Hyde. La partita più brutta della stagione, anche perché giocata contro un’ottima Roma.
Il Napoli ha giocato un match strano, complessivamente insufficiente, negativo. È mancata la tensione. Pessimo l’approccio. Completamente assente nei primi 25 minuti, regalati alla Roma che ha segnato con Zaniolo e poi sciupato un rigore con Kolarov su cui è stato bravissimo Meret. Ingenuo il fallo di mano di Callejon, tanto ingenuo quanto inutile.
A questo punto il Napoli si è acceso e ha giocato a discreta intensità. Ha colpito una traversa con Milik (gol mangiato), un palo con Zielinski, si è divorato una rete con Mertens più altre azioni. La palla va buttata dentro, altrimenti le partite non si vincono né si raddrizzano. È stata l’unica fase della partita in cui il Napoli si è visto. Ci si aspettava, o quantomeno lo si poteva sperare, un Napoli agguerrito nel secondo tempo.
E invece, per dirla alla Pesaola, la Roma ha rubato la idea. A inizio secondo tempo ha giocato solo la Roma peraltro protagonista di un’ottima partita. Gagliarda. Giocata col sangue agli occhi. Al contrario del Napoli ahinoi molle, sempre in ritardo sui palloni. Come se fosse stato assente. Il 2-0 è arrivato su un altro rigore, ancora uno sciagurato fallo di mano (Mario Rui) e stavolta Meret è riuscito solo a toccare il tiro di Veretout. Il Napoli ha poi rischiato il naufragio, Kluivert ha colpito la traversa.
Eppure l’occasione per riaprila è arrivata: assist di Lozano e gol di Milik. Ci sarebbe stato tutto il tempo di pareggiare, ma il Napoli non è riuscito più a imporsi sul piano del gioco. E la Roma ha vinto con merito. C’è stata anche l’interruzione da parte di Rocchi per gli odiosi cori discriminatori di parte della Curva Sud.
È stato – e non solo oggi, almeno in campionato – un Napoli a intermittenza. I momenti di buio sono e sono stati destabilizzanti. È come se il Napoli perdesse il baricentro, la bussola. Automatismi che a volte si ritrovano, in certe serate sembrano sincronismi perfetti, poi invece si perdono. Va detto che oggi la Roma di Fonseca ha giocato molto bene, ha potuto contare su una prova difensiva molto attenta. Il migliore degli azzurri è stato Meret, questo la dice lunga. Si è salvato Zielinski nel primo tempo, quasi nessuno nella ripresa.
Adesso si apre la fase della riflessione, almeno per il campionato. Ovviamente dopo martedì. Bisogna capire perché una squadra del livello di Napoli non riesce a trovare la continuità di rendimento necessaria per competere in un torneo a 38 giornate. E allo stesso tempo batta il Liverpool, vinca a Salisburgo, domini contro l’Atalanta.