ilNapolista

Feltri: “Caro Ancelotti, se pure tu ti metti a piagnucolare”

Su Libero scrive che il tecnico, sempre così serio si è fatto trascinare in una sceneggiata farsesca finalizzata a dare del pazzo all’arbitro, che ha solo applicato il regolamento. Non era rigore

Feltri: “Caro Ancelotti, se pure tu ti metti a piagnucolare”

Su Libero Vittorio Feltri indirizza a Carlo Ancelotti una lettera aperta in cui, in pratica, definisce le sue proteste di mercoledì contro il rigore non assegnato a Llorente un piagnisteo dettato dalla reazione degli spalti.

Feltri inizia con lo scusarsi se si immischia in questioni calcistiche che non gli sono familiari. Dichiara la sua fede atalantina come bergamasco di nascita. Ricorda i gloriosi trascorsi dell’allenatore del Napoli sia da calciatore che da allenatore, e il fatto che si sia sempre distinto “per signorilità e produttività” in veste di tecnico. Poi definisce il suo atteggiamento in occasione di Napoli-Atalanta “stravagante”.

Si dice

“stupito e amareggiato per le sue reazioni scomposte”

Il contatto tra Llorente e Kjaer, scrive, è stato chiarissimo. Llorente ha “inavvertitamente, forse” colpito con una gomitata il secondo che di conseguenza gli è rovinato addosso.

“Fallo evidente e indiscutibile del suo attaccante, quindi niente rigore”.

La palla è finita tra le braccia del portiere dell’Atalanta che ha rinviato. Tutto chiaro, scrive Moggi,

“però lei unendosi al triste e sconsolante piagnisteo inscenato sugli spalti si è abbandonato a una protesta improntata a protervia al grido “era un penalty””.

Non era rigore, scrive

“mi domando come sia possibile che una persona seria quanto lei abbia potuto farsi trascinare in una sceneggiata farsesca finalizzata a dare del pazzo all’arbitro, che non ha fatto altro che applicare il regolamento”.

Lecita l’irritazione per il gol di Ilicic, ma

“non mi sembra il caso che un signore della sua statura si sia accodato all’isterismo dei tifosi e del presidente De Laurentiis, i quali si sono volgarmente stracciati le vesti per una discussa azione di gioco. Da lei, se non dalle tribune, ci saremmo aspettati un contegno più dignitoso”.

Feltri ricorda il torto arbitrale subìto dall’Atalanta nella finale di Coppa Italia persa contro la Lazio, quando non le fu assegnato il penalty per tocco di mano in area di un avversario. In quel caso mica gli orobici scatenarono la fine del mondo. Si lamentarono ovviamente, ma tutti i rappresentanti del club “accettarono con rassegnazione l’esito contraffatto del match”.

“Mi auguro che il piagnucolio dei napoletani, nonché il suo, si stemperi presto in un concerto di mandolini anziché sfogarsi nelle interpellanze parlamentari invero ridicole”.

ilnapolista © riproduzione riservata