La sua storia sul Corriere Torino. Domenica è stato oggetto dell’ennesima discriminazione. Il padre: “Succede da quando ha iniziato a giocare. Metto le cuffiette e guardo solo la partita”
Sul Corriere Torino la storia di Dylan, 13 anni, giovane promessa del calcio del Pozzomaina, tanto da essere osservato speciale dalla Juventus, ma di pelle nera. E per questo offeso continuamente sul campo di calcio con battute razziste e discriminatorie dai genitori di altri giovani calciatori come lui.
L’ultima volta è successo domenica pomeriggio, nella partita Acqui Terme-Pozzomaina, categoria Under 14 regionali.
Quanto accaduto è spiegato nel comunicato del giudice sportivo:
«A seguito di un fallo di gioco commesso da un giocatore avversario, i propri sostenitori insultavano il giocatore avversario indirizzandogli espressioni di tenore razzista. A seguito si generava una piccola rissa tra le due tifoserie, prontamente sedata dai dirigenti di entrambe le società».
Il giocatore offeso è Dylan Obase. Tredici anni, è nato a Torino nel 2006 da genitori nigeriani. Per lui seconda ammonizione e un turno di squalifica, per il Pozzomaina 50 euro di multa per la rissa. All’Aqui una multa di 100 euro.
Il tecnico dell’Aqui, Roberto Bobbio, non ha sentito niente:
“Dalla panchina non ho sentito nulla, se mi fossi accorto di qualche insulto razzista avrei magari ritirato la squadra dal campo perché non sono questi i valori che trasmettiamo ai ragazzi”.
L’allenatore del Pozzomaina, Andrea Mirasola, dice:
“Dal campo non abbiamo percepito nulla, i genitori dei nostri ragazzi ci hanno però spiegato che tutto è nato dopo aver sentito le offese nei confronti di Dylan”.
E aggiunge:
“In realtà il ragazzo ha subito ben di peggio nelle scorse settimane, il razzismo c’è anche nel nostro calcio, insulti veri, forse che vanno di moda. Solo che questa volta c’è stata un arbitro (Emily Biolatto) che ha avuto la personalità di interrompere il gioco e poi mettere a referto, così si può cominciare a parlarne. E magari mettere fine a questa storia”.
Mirasola parla di Dylan. La sua unica colpa è di essere già alto più di un metro e ottanta nonostante la sua età ed anche di essere più bravo di tanti suoi compagni o avversari:
“Puntualmente c’è chi allude al fatto che abbia più di vent’anni. Oltre ai soliti insulti, la battuta meschina che circola sempre più spesso vede i genitori avversari che chiedono di fargli l’esame delle ossa. È una vergogna”.
E Dylan? Se ne frega. Dice che ormai ci è abituato
“Per me è così da sempre, non ci faccio nemmeno più caso. Secondo me è solo ignoranza. E invidia. Perché forse pensano che sono più forte e che questo è l’unico modo per innervosirmi. Ma io penso solo a giocare. Ho visto Balotelli, non posso giudicare. Possono dirmi tutto quello che vogliono, però io non mi fermo”.
Suo padre racconta:
“Purtroppo il mondo è così. Ci succede da quando Dylan ha cominciato a giocare. Io preferisco ignorarli, non rispondo, anzi non ascolto proprio. Ad Acqui non c’ero, ma di solito mi metto le cuffiette e guardo solo la partita”.
Dylan è già in prova con la Juventus. Al Pozzomaina in 6 partite ha segnato 8 gol. Forse, scrive il Corriere Torino, ha ragione lui: è solo ignoranza, invidia.