Il presidente dimissionario potrebbe rivalersi nei confronti di chi ha dato per regolare la sua elezione. Lunedì la Lega potrebbe eleggere un vice che si occupi della gestione in attesa di una nuova nomina
Dalle indiscrezioni filtrate ieri, sembrerebbe che le dimissioni di Miccichè fossero già state concordate dopo un incontro con Giovani Malagò. Era stato proprio lui, che quando era commissario di Lega, al tempo dell’elezione incriminata, aveva proposto la candidatura dell’ormai ex presidente della Lega Serie A.
Dalle parole pronunciate ieri da Miccichè a commento delle sue dimissioni sembra chiaro che pensi di essere finito al centro di giochi di potere, scrive il Corriere dello Sport, “all’interno dei quali la sua figura era ritenuta troppo ingombrante. Con riflessi politici che riguardano pure Malagò, inevitabilmente coinvolto in questa vicenda”.
Non è da escludere, scrive il quotidiano sportivo, anche se ancora non se ne è parlato chiaramente, che Miccichè possa chiedere un risarcimento danni nei confronti di chi ha dato per regolare la sua elezione.
Adesso si dovrà scegliere un nuovo presidente. L’assemblea elettiva è stata fissata per il 2 dicembre, convocata dall’ad De Siervo, come lo statuto prevede. Sarà sempre De Siervo a condurre l’assemblea di lunedì, che dovrà decidere dell’offerta Mediapro per il canale tv della Lega.
Lo statuto, in realtà, scrive il Corriere dello Sport, prevederebbe che, in assenza di un presidente, debba essere il suo vice ad occuparsi della gestione, ma la Lega non ne ha eletto uno. Potrebbe farlo lunedì.
Non è facile accordarsi su un nuovo presidente, in ogni caso. La Lega è profondamente spaccata e inoltre il mandato avrebbe di fatto la durata di un solo anno, ovvero fino alla scadenza del quadriennio olimpico.
Secondo quanto scrive il Corriere dello Sport è comunque esclusa l’ipotesi di un commissariamento.
