Bocca: il Napoli sa che tutto questo ha un prezzo. Le questioni d’orgoglio distruggeranno anni di lavoro all’avanguardia
Su Repubblica scrive che qualsiasi sia stato l'eccesso da parte dei calciatori non lo si risolve con una vendetta indistinta

“Il calcio italiano è una repubblica autonoma, un mondo capovolto, con leggi e regole al contrario, così anomalo che consideriamo normale che a un’intera squadra vengano rifilate multe di massa, altissime e arbitrarie. Una ribellione soffocata con largo spargimento di euro”.
E’ l’incipit dell’articolo di Fabrizio Bocca su Repubblica. Articolo sul caos post ammutinamento dei calciatori del Napoli.
Il fatto di sapere che calciatori stramilionari e privilegiati paghino di tasca propria
“subito, la crisi, lo scudetto andato via da un pezzo, la Champions chissà, la schifezza di classifica e così via”
provoca populistico piacere e “asseconda il clima becero” di questi tempi.
Il problema è capire cosa devono pagare i giocatori, di quale disonore si sono macchiati.
Perché è vero che l’ammutinamento è stata una disubbidienza, ma si è trattato solo del rifiuto di andare in ritiro in un albergo.
“I calciatori del Napoli non hanno saltato un allenamento, hanno fatto tutto quello che diceva il loro allenatore, hanno giocato (male) le partite previste, sono andati anche in ritiro, quando il ritiro era quello “pre partita”. Hanno saltato solo un ritiro, non strettamente tecnico ma di puntiglio, che il loro presidente, dopo averli anche discretamente svillaneggiati, voleva ulteriormente ordinargli”.
Quello che viviamo è un calcio sottosopra, in cui
“si accetta che tu possa imporre come, dove e con chi debba dormire, anche se questo è un ghiribizzo. Anche se non lo hai comunicato come si deve, e anzi lo hai detto prima a tutti alla radio”.
Stesso discorso vale per il silenzio stampa.
“Nel calcio si impone anche, tout court, il silenzio stampa quando uno avrebbe solo l’obbligo di non ledere con le sue dichiarazioni il proprio club, ma se vuol parlare, parla e nessuno può impedirlo. Può parlare però il vicepresidente per dire che “Montervino e Calaiò avevano più palle””.
Bocca conclude dicendo che qualsiasi sia stato l’eccesso,
“non lo si risolve con una vendetta indistinta”.
E si stupisce di come nessuno abbia detto nulla né espresso solidarietà nei confronti della “squadra tartassata e alla gogna”, nemmeno il sindacato calciatori. Eppure se succede questo a un grande club di Serie A, figuriamoci cosa possa accadere ad uno di Serie C.
“Il Napoli sa che questo ha un prezzo, le questioni d’orgoglio distruggeranno anni di lavoro all’avanguardia. Se però di orgoglio bisogna crepare che allora si dica che i calciatori del Napoli non hanno diritto a tutto questo e che il Liverpool si faccia pure sotto”.