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Ziliani: Agnelli, Conte e il codice etico double-face della Juventus

Sulla bordata lanciata da Agnelli a Conte per il calcio scommesse scrive: “sei pulito se vesti la maglia bianconera e hai la rogna non appena ti accasi altrove, specie se lo fai in casa dell’odiato nemico”

Ziliani: Agnelli, Conte e il codice etico double-face della Juventus
Siamo la coppia più bella del mondo

Sul Fatto Quotidiano Paolo Ziliani scrive della bordata lanciata dal presidente della Juve, Andrea Agnelli, ad Antonio Conte.

Qualche giorno fa, parlando all’assemblea dei soci del club bianconero, Agnelli si riferì – pur senza nominarlo – a Conte e alla sua implicazione nel calcio scommesse.

Disse:

“Pensiamo a quella che è stata la gestione sul calcio scommesse di tesserati Juventus nel 2012 per fatti commessi comunque quando erano in altre società. Abbiamo Fabio che potrebbe scrivere un libro sulla gestione della prima squadra senza l’allenatore per sei mesi in panchina. Solo Fabio è detentore di quelli che sono gli aneddoti di quei sei mesi dietro vetri e balconate. Io spesso mi sono domandato, noi spesso anche con Pavel (Nedved, n.d.r.) e con Fabio, ci siamo domandati: quale altra società sarebbe stata in grado di gestire sei mesi senza il primo allenatore in panchina?”.

Eppure, scrive Ziliani, sia in sede di processo sportivo che penale, la Juventus fece passare Conte quasi come l’Enzo Tortora della situazione.

In una conferenza stampa indetta ad hoc il 28 maggio 2012, Agnelli, con Conte al suo fianco, dichiarò che il ruolo dell’allora tecnico bianconero nell’affare scommesse era praticamente insignificante, difendendolo a spada tratta.

Allora, delle due l’una:

“o Conte era una vergine illibata”

e in questo caso non si capisce perché, dopo averlo difeso in tribunale, oggi

“Agnelli torni ad esibirne pubblicamente i panni sporchi”

oppure

“Conte aveva davvero le mani nella marmellata (come pare, essendo stato squalificato) e allora si deduce che la Juventus ha un codice etico double–face, sei pulito se vesti la maglia bianconera (i “fatti commessi in altre società”di cui parla Agnelli, allora erano fandonie) e hai la rogna non appena ti accasi altrove, specie se lo fai in casa dell’odiato nemico”.

Agnelli dice che Fabio Paratici potrebbe scrivere un libro sul fatto che la Juve ha gestito sei mesi la squadra senza allenatore in panchina. Ziliani ricorda cosa accadde il 23 ottobre 2012.

Conte era in tribuna perché squalificato e chiese a Paratici di ordinare via sms ad Alessio le sostituzioni durante la partita di Champions Nordsjelland–Juventus (1–1), infrangendo il regolamento.

Ma Paratici si sbagliò e inviò gli sms sul telefono dell’agente sportivo Gianluca Fiorini, che lo avvisò dell’errore.

Il giorno dopo Paratici chiese a Fiorini di non raccontare nulla, perché Conte avrebbe rischiato una nuova squalifica. Poi, però, Paratici e Fiorini litigarono e l’agente inviò alla Procura Figc e alla Procura Coni un esposto in cui documentava l’accaduto. Non gli rispose nessuno, nemmeno quando Fiorini chiese l’autorizzazione ad adire le vie legali nei confronti di Marotta, che invece gli fece causa.

Allora alla domanda di Agnelli su quale società sarebbe stata in grado di gestire per sei mesi l’assenza dell’allenatore bisogna rispondere che ha ragione. Solo la Juve poteva riuscirci.

“Senza allenatore in panchina ma con molti santi in paradiso, naturalmente”

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