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Troppo attento a non subire gol, dopo il Cagliari si è perso il Napoli europeo

L’involuzione del Napoli è iniziata nel momento in cui la squadra si è convinta di prendere troppi gol. Ma non sempre è vero chi subisce meno reti

Troppo attento a non subire gol, dopo il Cagliari si è perso il Napoli europeo

“I campionati si vincono subendo pochi gol”. Credo che si tratti di un luogo comune che meriti di andare al più presto in soffitta.

Il Napoli delle ultime 4 partite, tra campionato e coppa, ha subito appena due gol, ma ha portato a casa una misera vittoria e solo 5 punti totali tra Champions e Serie A. Perché nel frattempo di gol ne ha segnati appena due.

Attenzione, i risultati sono maturati in maniera diversa tra loro, ma alla fine, come ha scritto Massimiliano Gallo dopo Genk-Napoli, se non segni non vinci.

Credo che l’involuzione del Napoli sia iniziata nel momento in cui la squadra si è convinta realmente di prendere troppi gol. E magari di prenderli perché giocava in maniera troppo offensiva. La partita col Cagliari è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Anche le parole di Ancelotti sono state significative in questo senso, soprattutto nella sua affermazione chiave “quando siamo nel fortino mi sento più tranquillo”.

Peccato che, nel calcio dei tre punti, non prendere gol serve a poco se poi non se ne segnano.

La pressione mediatica sulla squadra che prendeva troppi gol ha condizionato un po’ tutti e adesso il Napoli sembra giocare con fin troppa attenzione alla copertura difensiva.

Almeno i dati presenti sul sito whoscored sembrano dirci questo. Il Napoli è stato molto attivo dal centrocampo in su in quasi tutte le partite fino a quella con il Cagliari (mediamente il 75% del gioco delle squadre in campo si era svolto in quella porzione di campo nelle prime sei partite della stagione, e se escludiamo Napoli-Liverpool saliamo al 77%), e le azioni nella zona di campo difensiva del Napoli erano arrivate al minimo proprio in Napoli-Cagliari (appena il 15%).

Poi dopo quella inopinata sconfitta è cambiato tutto. Il gioco si svolge molto meno tra le zone di centrocampo e attacco (nelle ultime 3 gare la media è stata del 71%) e crescono le azioni di gioco nel terzo di campo corrispondente alla zona difensiva del Napoli.

Adesso il Napoli è diventato quel fortino di cui parlava Carlo Ancelotti, ma la sensazione è che la distanza che passa tra lo sviluppo dell’azione e la porta avversaria sia diventata troppa. Il Napoli fa molta più fatica ad arrivare in area avversaria e di conseguenza ha smesso di segnare con facilità. I tiri nello specchio della porta arrivano con il contagocce, anche se gli azzurri corrono obiettivamente pochi rischi in difesa (al netto degli episodi che purtroppo nel calcio possono decidere il risultato più di numeri e statistiche).

Gli 0-0 sono il logico risultato di questa involuzione, e se il Napoli non torna presto ad essere quella squadra che si riversava completamente (ma con raziocinio) nella metà campo avversaria, anche correndo qualche rischio, sarà difficile uscire da questo stallo. Tra l’altro il Napoli non sembra una squadra molto fortunata negli episodi, e non si può sperare che vinca le partite con appena tre tiri nello specchio.

Il calcio europeo ci ha insegnato che il Liverpool può incassare tre gol in casa ma vincere 4-3, e che il Bayern Monaco può prendere due gol a Londra contro i vice-campioni d’Europa del Tottenham, ma farne a sua volta sette.

E lo stesso Napoli di Firenze e Torino ha dimostrato che, pur subendo gol, riusciva a fare gioco offensivo e segnare tanto.

Al di là delle pressioni mediatiche e del mantra del subire pochi gol, forse è davvero preferibile il Napoli che vince 4 a 3 a Firenze, perché almeno i tre punti riesce a portarli a casa. Perché le “Clean Sheet” sono belle medaglia da appuntarsi al petto, ma i punti pesanti si fanno buttando la palla in rete.

Sperando che tra due settimane gli azzurri si scrollino le paure di dosso e tornino a macinare gioco nella metà campo avversaria.

La pausa del campionato potrà fare solo bene da questo punto di vista.

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